Tra entusiasmi e delusioni, cronaca del rapporto uomo-natura

Tra entusiasmi e delusioni,
cronaca del rapporto uomo-natura

di Roberto Napoli, professore emerito di Sistemi Elettrici, Politecnico di Torino e Consigliere Ordine Ingegneri Provincia di Torino


L’uomo ha sempre avuto una grande capacità di adattarsi ai cambiamenti naturali, usando l’evoluzione tecnologica. Un conto però è fare interventi locali, altro è immaginare di governare equilibri mondiali, in positivo o in negativo

È arrivato il momento dei colpi di scena, in qualche modo preannunciati.
Succede quando la distanza fra realtà e illusioni diventa troppo grande o quando le furbizie di mercato esagerano nell’ostacolare le evoluzioni tecnologiche.

Il grande progresso scientifico e tecnologico ha alterato la nostra concezione della natura, dandoci un senso di onnipotenza insieme all’illusione di potere governare la natura. La natura non è statica. Gli equilibri della natura sono dinamici e non si lasciano imbrigliare dall’uomo. Ogni tanto spunta l’illusione che l’uomo abbia una forza sufficiente a contrastare o determinare i grandi equilibri dinamici della natura.

L’uomo ha sempre avuto una grande capacità di adattarsi ai cambiamenti naturali, usando l’evoluzione tecnologica. Bisogna però fare molta attenzione a non sbagliare la prospettiva. Un conto è fare interventi locali. Un conto completamente diverso è immaginare che l’uomo possa governare gli equilibri naturali mondiali, in positivo o in negativo. La cronaca dei rapporti uomo-natura è ricca di entusiasmi e delusioni, con avvincenti colpi di scena.

Una transizione fuori strada
Adesso è arrivato un rumoroso colpo di scena riguardante la transizione energetica. Dopo avere raggiunto il picco della risonanza mediatica, siamo entrati in una fase di incertezze e di perplessità sempre più marcate. La transizione energetica sembra fuori strada. I piani attuali e gli impegni e sono lontanissimi dall’obiettivo climatico di 1,5 °C nel 2050.

C’è un distacco sempre più ampio fra ciò che si è fatto e ciò che bisognerebbe fare. In più, c’è la constatazione che tutte le politiche post COP e tutti i soldi spesi in vent’anni praticamente hanno ridotto le emissioni inquinanti solo di qualche percento. Il colpo di scena (largamente preannunciato) arriva dagli Stati Uniti, la cui nuova amministrazione prevede di uscire dagli accordi di Parigi e tornare a puntare sui fossili. [...]

PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO ABBONATI ALLA RIVISTA

© nuova-energia | RIPRODUZIONE RISERVATA