Editoriale |
Archivio anno 2005 - NUMERO 6 - 2005 | |
Ci vorrebbe un'idea
Il premier giapponese Koizumi, per fronteggiare la penuria d’energia, l’estate scorsa, sciolse il nodo consentendo agli impeccabili stakanovisti del Sol Levante di togliersi la cravatta durante le ore di lavoro. I condizionatori avrebbero consumato di meno. Della serie stiamo freschi! La regina Elisabetta, la prima, qualche secolo fa pensò di dare una mano all’industria tessile, allora agonizzante, obbligando i sudditi a rivestire i cari e davvero freddi estinti con abiti di lana, anche a ferragosto e nonostante che all’inferno faccia già abbastanza caldo. Qui fa venire i brividi o fa sudare, caldo o freddo non importa, il contenzioso energetico scatenato dall’atomico inquilino di Palazzo Chigi e dal pretendente re sole emiliano. Il dubbio metterebbe in crisi un lugubre principe danese che del dubbio fece una stile di vita meditando con un teschio in mano. Sta di fatto che nessuno vuol morire di freddo, o di caldo, e che nel dubbio (energetico) non è sempre meglio astenersi. Dovendo scegliere, l’indeciso asino di Buridano morì di fame. Allora diamo la biada alle solite chiacchiere sul futuro energetico del Belpaese. Che la politica si metta fare una vera politica energetica, confortata da dati di fatto e previsioni seri. E lasciamo le coppe termiche nei negozi di intimo. Nell’intimo e a mente fredda teniamo in caldo la speranza. Nevica. Buon Natale. |