Analisi costi/benefici degli incentivi per rilanciare l’efficienza energetica |
di Andrea Molocchi, responsabile Studi Amici della Terra
Le misure di efficienza energetica presentano non solo benefici di tipo privatistico (ritorno sull’investimento attraverso il risparmio energetico), ma anche benefici per la collettività, cioè non limitati ai consumatori ma estesi alle famiglie, alle imprese e allo Stato. Benefici che è tecnicamente possibile, e politicamente necessario, iniziare a valutare mediante le metodologie di analisi dei costi e dei benefici sociali. Gli investimenti in efficienza energetica riducono i costi delle imprese, liberando risorse per incrementare il valore aggiunto (maggiori retribuzioni, investimenti e innovazione). I risparmi energetici delle famiglie liberano risorse per maggiori consumi (che devono essere indirizzati verso stili più sostenibili), con conseguente occupazione e gettito fiscale. [...] È evidente che ci troviamo di fronte a valutazioni di opportunità di grande spessore, ma si prefigura il grosso scoglio del costo di incentivazione dell’efficienza energetica che graverebbe sulle casse dello Stato, stimato da Confindustria pari a circa 24 miliardi di euro nel periodo 2010-2020: in realtà, sempre in base alle stime di Confindustria, gli oneri statali di incentivazione associati al rilancio degli investimenti in efficienza energetica nel prossimo decennio sono recuperabili per due terzi circa, attraverso il maggior gettito netto derivante dallo sviluppo dell’indotto industriale, con un aggravio finale netto per il bilancio pubblico di circa 8 miliardi, cioè meno di un miliardo l’anno. L'articolo completo è disponibile solo per gli abbonati. |