Certificati Bianchi, un rilancio ben fatto |
di Daniele De Sanctis e Alberto Pincherle
Come noto, il sistema italiano che promuove l’efficienza energetica è nato con i Decreti Ministeriali del 20 luglio 2004 e ha rappresentato un’assoluta novità nel campo delle politiche ambientali. Esso ha introdotto, a partire dal 1° gennaio 2005, l’obbligo di risparmio energetico, per i distributori di energia elettrica e gas, e ha provocato un decollo immediato del settore che ha avuto dimensioni decisamente superiori a quelle previste. ![]() Il meccanismo inizialmente coinvolgeva i distributori di energia elettrica e gas che servivano almeno 100.000 clienti finali e assegnava loro obblighi di risparmio energetico quantificati in tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Questi obiettivi erano stati pianificati per cinque anni ed erano crescenti nel tempo: si andava da 0,2 Mtep assegnati per il 2005 (0,1 per il gas e 0,1 per gli elettrici) a 2,9 Mtep assegnati per il 2009 (1,3 per il gas e 1,6 per gli elettrici). I soggetti coinvolti dal sistema dei Certificati Bianchi, però, non sono solo i distributori soggetti all’obbligo. Infatti possono concorrere al raggiungimento degli obiettivi fissati anche le aziende di distribuzione non vincolate all’obbligo e i soggetti accreditati presso l’Autorità per l’energia elettrica e il gas come società di servizi energetici (le ESCo). L’allargamento del meccanismo a queste due realtà ha fatto sì che l’efficienza energetica potesse diventare un business remunerativo, sia per gli utenti finali sia per i diversi soggetti attivi nella realizzazione di interventi di efficienza energetica.[...] L'articolo completo è disponibile solo per gli abbonati. |