Il mercato del gas? Di fatto, poco o nulla |
di Edgardo Curcio Come è noto, dal 1 gennaio il mercato del gas in Italia è completamente liberalizzato. Ciò significa che qualunque utente, grande e piccolo, può liberamente acquistare il gas sul mercato, scegliendosi il proprio fornitore. Di fatto dal 1° gennaio poco o nulla è successo. Le ragioni di questa situazione di immobilismo sono diverse. Alcune, forse le più importanti, riguardano il controllo dell’offerta che rimane saldamente in mano al Gruppo Eni che anzi recentemente ha rafforzato la sua posizione di mercato con un Opa sull’Italgas che oggi è interamente posseduto dal Gruppo petrolifero, ancora sotto controllo pubblico. L’esercizio del potere di mercato legato alla concentrazione dell’offerta nel settore del gas peraltro si manifesta in molteplici forme, così come anche rilevato da Giuseppe Tesauro, presidente dell’Antitrust, nella sua recente esposizione nel corso della relazione annuale sull’attività 2002 di questo Istituto. Una forma è nel trasporto dove sono stati rilevati comportamenti restrittivi alla concorrenza posti in essere dalla società Snam (oggi Divisione Gas & Power dell’Eni) nell’ambito dell’assegnazione della capacità di trasporto ai punti di ingresso nella rete nazionale gasdotti; una altra forma è quella di aggirare i tetti imposti dal legislatore all’impresa dominante nella vendita di gas in Italia con la cessione all’estero di suoi contratti di importazione di gas ad alcuni clienti/concorrenti, così da limitare la possibilità di accesso e vendita a molti operatori indipendenti. In sintesi, sul lato dell’offerta i vincoli sono molto forti e questo spiega perché il mercato è di fatto controllato da pochi operatori; di cui uno con una posizione molto forte. Le ragioni di questa incompleta liberalizzazione sul lato della domanda possono essere attribuite a vari fattori. Molti contratti di fornitura sono rimasti uguali e quindi non hanno recepito la nuova normativa adottata dall’Autorità; peraltro la mancata definizione di alcune regole e di alcuni codici che devono essere emanati dall’Autorità per l’Energia rende difficile l’ingresso di nuovi operatori e contemporaneamente la formulazione di una domanda forte e motivata da parte di molti consumatori. All’orizzonte però ci sono alcune importanti novità da parte di nuovi soggetti che hanno obiettivi ambiziosi sul mercato italiano del gas. Il primo e più importante soggetto è l’Enel che ha già lanciato una forte campagna pubblicitaria per la nuova società Enel Gas che si vuole porre come una alternativa all’Italgas nella fornitura di gas non solo ai consumatori medi e grandi ma anche a quelli più piccoli, e cioè agli utenti domestici. La forza di Enel risiede nel fatto che fornisce oltre 25 milioni di clienti nel settore elettrico e che quasi tutti questi clienti sono potenzialmente interessati a forniture di gas. Nel settore industriale e termoelettrico il mercato invece tenderà a svilupparsi e a divenire più competitivo, anche se molti compratori saranno integrati a monte (Eni, Enel, Edison, Energia etc.) e in parte a valle nel termoelettrico, e quindi la partita si giocherà essenzialmente nelle disponibilità di gas all’importazione. In conclusione, il processo di liberalizzazione del mercato del gas si è avviato da poco, anche se l’Italia ha cercato di forzare la mano rispetto agli altri Paesi europei, rendendo idonei tutti i consumatori nel corso di due anni. Il processo invece richiede molto tempo per dare effetti positivi, come ci viene insegnato dall’esperienza inglese. Pertanto, anche in base alla nuova normativa che presto verrà approvata dal Parlamento nell’ambito del disegno di legge di riassetto del settore energetico, ed alle nuove possibilità di accesso che si dovranno verificare per l’importazione di gas in Italia, una offerta più abbondante rispetto alla domanda e regole che meglio tutelano i consumatori, dovrebbero far decollare presto anche il mercato del gas in Italia che si avvierà così a divenire più aperto e più competitivo, rispondendo alle logiche della liberalizzazione dei mercati dell’energia volute dall’Unione Europea e recepite dal nostro ordinamento. |