Pompaggi hydro / 2 Dimmi dove, (come) e quando |
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Pompaggi hydro / 2
Dimmi dove, (come) e quando
di Sandra Cassenti

Il risveglio del Pumped Hydro Storage è un’onda lunga che investe i Paesi più disparati, con specifiche e meccanismi di mercato anche molto differenti. Un giro del mondo dei nuovi progetti offerto dall’International Journal on Hydropower and Dams
Cina
La Cina si trova, poco sorprendentemente, in testa alla classifica mondiale: nel 2022, 40 dei 44 GW di pompaggi in via di costruzione globalmente - oltre il 90 per cento - batteva bandiera cinese. 38 gli impianti di pompaggio di stazza mediogrande già in esercizio, 36 quelli con cantiere attivo, con enorme margine di crescita: 1,4 per cento, infatti, la quota dei pompaggi sulla capacità totale del Paese, un gap sostanziale rispetto ai mercati europei e statunitensi già attestati intorno al 10 per cento. Nel 2021, la China’s National Energy Administration rende pubblico un piano di sviluppo a medio e lungo termine 2021-2035 che mira a toccare i 120 GW entro il 2030.
Sono 27 gli impianti per cui è prevista l’entrata in funzione nel periodo 2022-2030; 19 di questi sono realizzati dai due maggiori distributori di rete elettrica, le statali State Grid Corporation of China (SGCC) e la China Southern Power Grid (CSPG). Quest’ultima ha annunciato nel 2021 l’intenzione di installare, da sola, 21 GW di nuove centrali e l’avvio dei cantieri per ulteriori 15 GW a supporto dei 250 GW di rinnovabili da integrare nella rete delle cinque province cui fornisce servizi. Il prezzo di cartellino dell’operazione è 94,3 miliardi di dollari.
È invece la SGCC ad aver acceso le turbine reversibili della centrale di pompaggio di Fengning, nella provincia di Hebei, per alimentare con 600 MW verdi e puliti Pechino e Zhangjiakou, sede dei Giochi Olimpici invernali del 2022. La dodicesima e ultima turbina di Fengning è entrata in funzione nell’agosto del 2024, portando a termine 11 anni di lavori e incoronando l’impianto come la centrale di pompaggio più grande al mondo, con 3,6 GW di capacità installata.
L’accumulo idroelettrico in Cina è dunque in piena espansione. 300 le centrali in costruzione o in progettazione. L’abitudine del Paese a pensare a lungo e lunghissimo termine porta a 823 i gigawatt totali realizzabili con i siti individuati (dati CREEI, China Renewable Energy Engineering Institute). Oltre ai 200 impianti per cui l’avvio dei cantieri è previsto entro il 2035, la National Energy Administration pensa già a impianti di riserva o integrativi, da costruire dopo tale data.
Australia
L’Australia segue a ruota con due progetti per un totale di 2.250 MW. L’impianto di Kidston - K2 Hydro - è in costruzione dal 2021, e fa parte del cosiddetto Kidston Renewable Energy Hub: al parco solare da 50 MW si aggiungono un’integrazione fino a 270 MW in via di sviluppo e un parco eolico fino a 150 MW. L’impianto è a circuito chiuso, garantirà 2.000 MWh di accumulo e sfrutterà due ex miniere d’oro a cielo aperto.
In capo a Genex Power, il progetto ha un costo previsto di 573 milioni di dollari. Genex ha ottenuto una linea di credito a lungo termine - 453 milioni di dollari - a condizioni concessionali dalla Northern Australia Infrastructure Facility, il fondo infrastrutture del governo australiano, oltre ai 35 milioni assegnati dall’Australian Renewable Energy Agency. L’azienda si attende introiti costanti sulla base del contratto di servizio siglato con Energy Australia, che avrà così accesso a riserve di elettricità nei periodi critici, mitigando le impennate di prezzo durante i picchi di domanda. [...]
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