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Prezzi dell’energia, si aggrava lo spread con l’Europa Stampa E-mail

Prezzi dell’energia, si aggrava
lo spread con l’Europa

di Giuseppe Gatti


Continua a tenere banco nel dibattito pubblico e nella polemica politica il tema del distacco tra i prezzi italiani e quelli europei per l’energia elettrica e per il gas. Se nel gas lo spread tra il PSV e gli altri hub europei si è drasticamente ridotto, ben più grave è la situazione in campo elettrico


Continua a tenere banco, nel dibattito pubblico e nella polemica politica, il tema del distacco tra i prezzi italiani e quelli europei per l’energia elettrica e per il gas.
In realtà, quanto al gas le distanze si sono molto accorciate dopo la separazione di Snam da Eni, a conferma dell’efficacia dell’unbundling proprietario nello smantellare i monopoli a vantaggio del mercato e dei consumatori.

Ricondotto il gestore della rete alla sua posizione di neutrale terzietà, lo spread tra il PSV e gli altri hub europei si è drasticamente ridotto e solo con la Spagna, dotata di un’ampia dotazione di terminali di rigassificazione, rimane significativo, creando non pochi problemi alla nostra industria della ceramica che ha proprio in quella spagnola il più diretto concorrente.

Ben più grave la situazione in campo elettrico. Se guardiamo agli ultimi sei anni, dal primo gennaio 2020 al 31 maggio 2025, abbiamo avuto in media uno scarto intorno ai 30 euro/MWh con la Germania e con la Francia. La situazione è nettamente peggiorata negli ultimi mesi.

Nell’aprile 2025 il differenziale del prezzo all’ingrosso tra l’Italia (99,85 euro/MWh) e gli altri Paesi europei ha toccato una nuova punta: quasi quattro volte superiore al prezzo spagnolo (26,81 euro/MWh), più del doppio rispetto a quello francese (42,21 euro/MWh) e superiore del 28 per cento rispetto a quello tedesco (77,94 euro/MWh).

La situazione è ulteriormente peggiorata nel mese di maggio, quando in tutta Europa c’è stata una significativa discesa dei prezzi, dovuta in gran parte alla stagionalità favorevole – consumi ridotti e forte produzione rinnovabile, in particolare solare – che genera il cosiddetto effetto “cannibalizzazione” (in molte ore centrali della giornata, i prezzi vanno a zero o in negativo), un fenomeno ormai strutturale in Paesi come Francia, Spagna e le nazioni scandinave.

A questa secca contrazione dei prezzi l’Italia non ha partecipato. [...]


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