Un anno passato con Nuova Energia |
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Un anno passato con Nuova Energia
di Antonio Sileo

2024, l’ultimo anno della normalità
Come da tradizione, anche quest’anno Nuova Energia chiude il 2024 a 2025 già iniziato. Una prassi che ci aiuta a dire che, dopo l’anno del riassetto - il 2023 - il 2024 potrebbe essere l’ultimo anno della normalità, o meglio della priorità.
Nel 2025, infatti, le pervasive questioni dell’energia rischiano di essere derubricate da sfide epocali a questioni di second’ordine di fronte a problemi dimenticati nel secolo scorso. Dall’esigenza di contemperare sostenibilità economica e ambientale (che molte pagine di Nuova Energia ha giustamente guadagnato quest’anno) siamo velocissimamente scivolati all’urgenza di bilanciare sicurezza (spese per la difesa) e sostenibilità fiscale.
Per inciso, più per cronaca che per vanto, è il caso di ricordare che nell’intervista ad Alessandro Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia, comparsa nel numero 1-2022 di Nuova Energia, a proposito di concorrenza tra fonti rinnovabili e difesa per accaparrarsi preziose terre rare, era già allora parso chiarissimo chi fosse il più dotato. Proprio la produzione di energia da rinnovabili, nelle pagine di quest’anno, ha ceduto un po’ di spazio ad altre fonti, tra cui pure quella elettronucleare, che pur godendo di consensi trasversali si conferma una fonte (più) di centro-destra.
Tra i temi che si sono fatti strada annoveriamo la mobilità sostenibile, non tanto per la predilezione del Vice (su cui pure ha scommesso più di un lettore) ma per l’impantanamento dell’automotive nel percorso di transizione, sempre più accidentato e tortuoso. Transizione che, al contrario di quanto sperato, non sta fungendo da collante dei Paesi dell’Unione Europea, ma ne sta purtroppo enfatizzando le diversità. Basti pensare a costi e prezzi dell’energia.
Eppure, proprio dall’energia - anche per via delle guerre commerciali e della furia distruttrice di Donald Trump (riprendendo parole acute di una rubrica di quest’ultimo numero) - potrà arrivare una nuova spinta alla costruzione dell’unità europea. Di sicuro ce ne occuperemo durante il 2025, come di consueto con sufficiente distacco dalla cronaca. Grazie ai tanti autori e alle sempre più numerose autrici (un terzo dei contributori). E naturalmente, a tutti voi lettori!
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