Dopo la Russia, l’America: una nuova sfida per l’Europa |
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Dopo la Russia, l’America:
una nuova sfida per l’Europa
di Giuseppe Gatti

L’aggressione russa all’Ucraina ha imposto all’Europa di rimodellare rapidamente il proprio sistema energetico.
Un disegno che ha potuto realizzarsi grazie all’accordo tra la Commissione Europea e l’Amministrazione Biden. Ma se ora Trump mette a rischio il gas americano…
La brutale aggressione russa all’Ucraina nel febbraio 2022 e, insieme, l’incendio dei prezzi innescato da Gazprom sin dalla primavera del 2021 per agevolare il Cremlino nel finanziamento della guerra, hanno imposto all’Europa di rimodellare rapidamente e in profondità il proprio sistema energetico.
L’impresa non era facile: l’Unione Europea acquistava da Gazprom circa il 40 per cento delle sue importazioni di gas, un volume non facilmente sostituibile in tempi brevi, anche per la complessità e la rigidità delle strutture logistiche. Per questa ragione, mentre il petrolio russo fu messo sotto sanzioni, l’acquisto del gas non venne formalmente interdetto, (almeno fino al 2027) ma quasi tutti i Paesi si adoperarono per affrancarsi dal gas russo.
L’obiettivo fu sostanzialmente colto in tempi abbastanza brevi e nel 2023 la quota di gas russo si era ridotta al 15 per cento dell’import (8 per cento via gasdotto, 7 per cento GNL). L’ultimo ostacolo, l’interruzione dal 1° gennaio 2025 del residuo flusso significativo di gas siberiano - 15 miliardi di metri cubi - attraverso l’Ucraina, è stato superato senza provocare troppi contraccolpi, se non un momentaneo aumento dei prezzi, più per nervosismo della finanza che per difficoltà nei fondamentali.
La strategia di diversificazione delle fonti ha fatto perno fondamentalmente sullo sviluppo del GNL, con un incremento in Europa della capacità di rigassificazione nel 2023 per 40 miliardi di metri cubi (altri 30 sono previsti tra il 2024 e i primi mesi del 2025), sicché il GNL copre oggi circa un terzo del consumo globale del gas naturale nella UE e la sua quota è destinata a crescere.
Questo disegno ha potuto realizzarsi grazie all’accordo raggiunto nel marzo del 2022 tra la Commissione Europea e l’Amministrazione Biden, con la creazione di una task force per la sicurezza energetica che portò ad assicurare all’Europa già nel 2022 un aumento delle forniture di GNL per 15 miliardi di metri cubi, con l’obiettivo di giungere a forniture addizionali per 50 miliardi di metri cubi al 2030.
In forza di questi accordi, già oggi le importazioni dagli USA coprono circa il 50 per cento dei 120 miliardi di metri cubi di GNL importato e il loro ruolo è essenziale nel coprire il venir meno delle importazioni da Mosca. [...]
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