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Comunità energetiche rinnovabili: un distinguo Stampa E-mail

Comunità energetiche
rinnovabili: un distinguo

di Guido Pier Paolo Bortoni - Presidente CESI

Guido Bortoni - la rubrica su Nuova Energia


Alcune perplessità sulle CER. Non sul concetto di per sé, quanto sull’implementazione che ne è scaturita con il recepimento della Direttiva RED II nell’ordinamento nazionale

Permettiamoci alcune perplessità sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Farlo è sempre uno sport salutare, soprattutto quando il livello di consenso su un tema raggiunge alte vette, come quello conseguito dalle CER.

Perplessità che vertono non tanto sul concetto di CER per sé, quanto sull’implementazione che ne è scaturita con il recepimento della Direttiva europea RED II nell’ordinamento nazionale. Non mi riferisco agli aspetti connessi all’inquadramento giuridico e di governance delle CER italiane, che pure sono oggetto di importanti rilievi critici da parte di molti esperti.

Piuttosto, interessa qui fare cenno a difetti di uso – se non proprio ab-uso – della categoria CER qualora la sua applicazione venga estesa, sproporzionatamente, al di fuori della logica originale. Parto dall’accezione antica, etimologica, di Comunità. Ciò ancor prima di esplorarne il significato odierno che riguarda la “condivisione di valori, prospettive, interessi, diritti e doveri”.

L’interpretazione antica, infatti, vincola e conforma, a mio modo di vedere, la logica originale cui facevo cenno. Dunque, all’inizio, a Comunità corrispondeva il senso di una realtà cum munere, da munus, parola latina decisamente poliedrica che, nei suoi significati più ricorrenti, fa riferimento tanto a dovere/impegno quanto a dono/regalo. Dovessimo traslare metaforicamente la dualità di significati di munus in un modo di dire moderno, potremmo certamente scomodare l’adagio italiano “oneri e onori”, conferendo a “onori” un portato anche materiale e non solo morale.

Certamente, ogni nuova Comunità Energetica Rinnovabile, per come le conosciamo nel diritto dell’energia odierno, custodisce e coltiva un dono del proprio territorio, ad esempio: un’iniziativa di sviluppo di una fonte rinnovabile in ambito locale che va a beneficio della decarbonizzazione e – va detto – anche a contributo della sicurezza di approvvigionamento del sistema energetico nazionale.

Tale iniziativa, pertanto, si ascrive a vantaggio sia della stessa comunità locale dei soggetti aderenti alla singola CER sia della comunità, molto più estesa, di utenti del sistema energetico nazionale (fors’anche europeo) che ne ricevono un contributo per la transizione energetica e per la sicurezza.[...]

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