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Una nuova ingegneria per governare il cambiamento Stampa E-mail

Una nuova ingegneria
per governare il cambiamento


di Roberto Napoli - professore emerito Politecnico di Torino, Consigliere Ordine Ingegneri Provincia di Torino



Sono tanti i motivi per i quali la transizione energetica arranca, in particolare nel nostro Paese. Un conto è declamare principi e fissare obiettivi, un altro conto è realizzare nella pratica. La transizione è un problema molto complesso, che nelle sue implicazioni pratiche e realizzative ha come protagonisti essenziali gli ingegneri, chiamati ad un impegno multidisciplinare non comune e con strumenti innovativi non sempre familiari.

Anche l’ingegneria deve quindi affrontare una transizione sfidante, sia a livello tecnico (con modifiche alla preparazione), sia a livello sociale (con una nuova sensibilità agli aspetti relazionali e ambientali). Sotto questo aspetto il nostro Paese cammina tristemente appesantito da diverse debolezze maturate in decenni di scelte (o meglio, non-scelte) rinunciatarie e di visioni miopi di breve periodo.

Se è vero che gli ingegneri che escono dai nostri Atenei hanno una preparazione prevalentemente teorica e non immediatamente spendibile nel lavoro, è anche vero che essi sono largamente apprezzati quando vanno all’estero, a dimostrazione del vecchio assunto che non c’è nulla di più pratico di una buona teoria.

Purtroppo, quando oggi entrano nel mondo del lavoro i nostri ingegneri si trovano ad operare in un contesto particolarmente ostico e spesso disincentivante, soprattutto nel settore pubblico, dove una politica poco accorta ha provocato l’esodo in massa delle competenze esperte, rendendo allo stesso tempo poco attraente l’ingresso di nuovi laureati. Di conseguenza, la gran parte delle amministrazioni pubbliche non ha una struttura tecnica adeguata, con le ovvie conseguenze.

Anche l’industria e i servizi trovano difficoltà nel reperire e conservare capacità tecniche. Ci sono quindi tante domande che cercano risposte. Come devono cambiare gli ingegneri per essere al passo con i tempi? Come deve cambiare il loro inserimento nelle attività professionali? Come può essere valorizzata la loro azione per renderla attraente per i giovani? [...]

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