Ci vorrebbe un'idea
Eureka. Abbiamo il reggiseno riscaldato, in peluche. Non lo abbiamo
collaudato causa incompatibilità anatomica, ma sembra che il manufatto tenga
alta la temperatura locale consentendo un risparmio energetico, almeno in
ufficio e casa dove si abbassa, va da sé, il termostato. Fra un po’ magari, per
pari e confortevole opportunità, toccherà all’intimo maschile. Si attende un
calcolo in tep, considerando che il gel riscaldante contenuto nelle coppe va
riscaldato nel microonde o nell’acqua bollente.
Il premier giapponese Koizumi, per fronteggiare la penuria d’energia,
l’estate scorsa, sciolse il nodo consentendo agli impeccabili stakanovisti del
Sol Levante di togliersi la cravatta durante le ore di lavoro. I condizionatori
avrebbero consumato di meno. Della serie stiamo freschi!
La regina Elisabetta, la prima, qualche secolo fa pensò di dare una mano
all’industria tessile, allora agonizzante, obbligando i sudditi a rivestire i
cari e davvero freddi estinti con abiti di lana, anche a ferragosto e nonostante
che all’inferno faccia già abbastanza caldo.
Qui fa venire i brividi o fa sudare, caldo o freddo non importa, il
contenzioso energetico scatenato dall’atomico inquilino di Palazzo Chigi e dal
pretendente re sole emiliano. Il dubbio metterebbe in crisi un lugubre principe
danese che del dubbio fece una stile di vita meditando con un teschio in mano.
Sta di fatto che nessuno vuol morire di freddo, o di caldo, e che nel dubbio
(energetico) non è sempre meglio astenersi. Dovendo scegliere, l’indeciso asino
di Buridano morì di fame. Allora diamo la biada alle solite chiacchiere sul
futuro energetico del Belpaese. Che la politica si metta fare una vera politica
energetica, confortata da dati di fatto e previsioni seri. E lasciamo le coppe
termiche nei negozi di intimo. Nell’intimo e a mente fredda teniamo in caldo la
speranza. Nevica. Buon Natale. |