COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
Back to basics: da Fukushima a Bearzot un decalogo per uscire dal caos Stampa E-mail
Torna al sommario

di Federico Santi



Da Fukushima al decreto Romani, da Porto Tolle allo shale gas, dal Nord Africa al Nord Stream, dalla fusione fredda alla bolognese alla stagione calda delle utility alla francese, il caos regna sull’energia italiana. L’ormai proverbiale schizofrenia fotovoltaica, con la sua lunga scia di cadaveri impiantistici e di class-action, ben si accompagna alla follia collettiva degli stress test nucleari e del fantomatico referendum sull’atomo (Sardegna docet).
A parte qualche irriducibile che vuol nascondere il nucleare in cantina per tirarlo fuori l’anno prossimo (invecchiato è più buono) prove di buon senso vengono da chi invoca lo studio, la ricerca e lo sviluppo di nuovi reattori a sicurezza intrinseca, possibilmente di piccola taglia - ci ho dedicato due energumeni, prima che lo tsunami inondasse le nostre chiacchiere atomiche.

Col suo solito fare gentile, l’elettrico incumbent, dopo aver minacciato un post-atomico ritorno al carbone, minaccia ora nientemeno di andarsene dall’Italia. Chi ci crede? Ma dico io, poiché il carbone pulito - che poi tanto pulito non è, ma ci accontentiamo - è stato l’ultimo importante investimento energetico in Italia, mi chiedo: non era meglio insistere, invece che ubriacarsi di vapori di uranio? O, per lo meno, non si poteva continuare a lavorarci anche e ancora un po’? Ormai hai voglia a minacciare, vedrai le ciminiere che cadono!

Vabbé, gas ce ne sarà e anche abbondante, d’accordo, ma intanto accendiamo qualche cero affinché ai guai libici (e tunisini) non si aggiungono guai algerini, hai visto mai? E magari preghiamo anche che il prossimo inverno non sia troppo freddo, non si sa mai... Sgarbi continua la sua lotta all’eolico cimentandosi nella nuova disciplina: estetica dell’energia. Eolico offshore, poi, manco a parlarne, sei matto! Vuoi rovinare i tramonti pugliesi? Insensibile che non sei altro!
E poi, queste rinnovabili, sarebbe ora di smetterla con tutti questi incentivi. Non se ne può più. Basta, sempre a vessare famiglie, a togliere 10 euro l’anno a chi non arriva a fine mese! Ma non lo sai che l’eolico è mafioso, il fotovoltaico camorrista, le biomasse ‘ndranghetiste? Non guardi Report? Così, mentre il caos regna sovrano e di una strategia energetica neanche l’ombra, i francesi approfittano per una bombardatina al rais con i caccia a decalcomania Total, una mitragliatina a Foro Buonaparte, qualche colpetto da GdF-Suez e, perché no, da Cofely, due bottarelle da Areva, l’uranio impoverito di EDF (in Sviluppo Nucleare Italia: impoveriti noi...) e così via. Ma che ci importa? Abbiamo il governatore della BCE, noi.

I tedeschi mettono le mani su Desertec, guardando al futuro indicato da Rubbia (però sempre da Tripoli si deve passare...), i cinesi si godono i miliardi investiti nel fotovoltaico tricolore, i russi quelli che abbiamo speso per comprare il gas, gli arabi i soliti petroldollari, gli indonesiani i carbondollari, i danesi via col vento, e così via. Quando si dice il Paese di Bengodi.
Del resto, quando nessuno pensa al bene del Paese e si sparge la voce, presto o tardi i saccheggiatori arrivano. Così, in momenti di caos come questi, quanto la rotta è smarrita e al timone non c’è nessuno, i pirati sono già sul vascello a far bottino, cosa fare? Ho una propostina etica: tornare ai fondamentali. Back to basics per dirla con la biondona di Burlesque Christina Aguilera (o, più raffinatamente, col batterista Dave Weckl, della band di Chick Corea).

Tornare all’essenziale, togliere il superfluo, avere cura delle fondamenta e della struttura portante. [...] Provo a rilanciare da questa rubrica un decalogo che è frutto non già di una divina rivelazione, bensì di dieci anni di studi continui e rigorosi, matti e disperatissimi. Naturalmente, chi legge non è un decisore: i decisori non leggono mai, neanche gli studi che commissionano loro stessi. Però la potenza del passaparola, del consenso, dell’orientamento collettivo, è enorme, soprattutto quando la classe che decide non è un gran che come, ahimè, nel nostro caso. Ecco il decalogo, che guarda all’orizzonte 2030. [...]

L'articolo completo è disponibile solo per gli abbonati.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la redazione.
Telefono 02 3659 7125 e-mail Questo indirizzo di e-mail è protetto dal spam bots, deve abilitare Javascript per vederlo

 
© 2005 – 2025 www.nuova-energia.com