Aumentano pane e pasta: tutta colpa dei biocombustibili?!?

Girasole a Formentera - foto di Annalisa Cavagnadi Elio Smedile


Nel gran parlare che si fa di rinnovabili occorre una volta per tutte chiarire una differenza fondamentale tra le diverse fonti: l’unica che può effettivamente sostituire la potenza convenzionale è la biomassa. Essa infatti è potenzialmente presente ovunque, non è intermittente come gran parte delle altre, è flessibile, si basa su una risorsa straordinariamente elevata, può contribuire al recupero di aree marginali; il suo impiego rappresenta spesso la soluzione ottimale per lo smaltimento di materia altrimenti considerata rifiuto. D’altro canto diviene altrettanto evidente che le biomasse potranno sostituire una frazione non trascurabile delle fonti fossili solo quando sarà possibile sviluppare su larga scala la coltivazione di colture agricole dedicate.
Questi concetti, complici le ricorrenti crisi energetiche, sono stati negli anni passati recepiti anche dai massimi decision maker mondiali, tanto che sono nati e si vanno sviluppando programmi di vaste dimensioni in alcuni grandi Stati quali Brasile, Stati Uniti, Unione europea. [...]
Le prospettive concrete di successo dei biocombustibili quale significativa alternativa ai combustibili fossili hanno però fatto emergere interrogativi circa la compatibilità ambientale delle coltivazioni energetiche mai prima d’ora con grande evidenza esplicitati. Da più parti è stata richiesta una moratoria sull’impiego di dette coltivazioni in attesa della praticabilità commerciale delle tecnologie di produzione dei biocombustibili di seconda generazione, stimabile “grosso modo” in circa 10-15 anni. Non è del tutto chiaro cosa si farà nel transitorio. [...]

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