Cercasi risposte alla "domanda" del prossimo mercato a termine |
a cura di Massimo Protti Nell’ambito dell’evoluzione del mercato elettrico italiano e del relativo processo di liberalizzazione è emersa sempre più rilevante, da parte degli operatori, l’esigenza di disporre di segnali continui di prezzo dell’energia per periodi futuri.
Assoutility – Consorzio di imprese promosso da Assolombarda – vede con favore il sistema OTC, che in presenza di un sufficiente livello di liquidità sarebbe in grado di fornire riferimenti di prezzo e condizioni di ottimizzazione del portafoglio consorziati. Recentemente sono nate proposte di mercati regolamentati a controparte centrale (una di queste credo sia pronta da ormai un anno) da parte di attori distinti e con focalizzazione e orientamento diversi; esclusivamente scambi fisici su MTE proposto dal GME e finanziari su IDEX di Borsa Italiana. Quest’ultimo, in particolare, si presenta come il più completo dal punto di vista dell’orizzonte temporale dei prodotti che sarà possibile scambiare ed è quello che in questo momento sembra essere il mercato più aderente alle esigenze di copertura di chi produce e consuma energia elettrica. IDEX (Italian Energy Derivatives Exchange) è il segmento del mercato IDEM (Italian Derivatives Exchange Market) proposto da Borsa Italiana e dedicato alla negoziazione di contratti futures di energia elettrica. I prodotti che saranno scambiati sono dei futures, in particolare dei contratti differenziali a due vie con strike price a prezzo fisso (praticamente il prezzo di contrattazione) e con il prezzo di riferimento pari al Prezzo Unico Nazionale (MGP). Non è prevista la consegna fisica, e i pagamenti avverranno mediante regolazione dei differenziali finanziari: +/- (Prezzo del contratto - PUN)*Volume del contratto. Potranno aderire a questo mercato operatori quali banche, broker, imprese di investimento e imprese che svolgano attività di negoziazione per conto proprio limitatamente al settore dell’energia elettrica. Dalle prime informazioni pervenute rileviamo la sussistenza di requisiti di ammissione piuttosto stringenti rispetto a quelli previsti per la partecipazione al mercato elettrico italiano (contratto di dispacciamento, adesione ad MGP, PCE). Qualora questi requisiti fossero confermati rappresenterebbero un ostacolo alla partecipazione per realtà confindustriali come la nostra, organizzate ormai da un decennio per far cogliere ai propri associati le migliori condizioni di mercato disponibili e – in generale – per consentire loro di attenuare il rischio prezzo legato all’approvvigionamento. Tra le principali criticità segnaliamo pesanti vincoli patrimoniali e requisiti di professionalità tipicamente richiesti a soggetti intermediari, lontani dalla realtà dei consorzi grossisti. Allo stato attuale risulta discriminante tagliare fuori le realtà consortili confindustriali, oggi operative e attrezzate per essere player indispensabili di un tale mercato, ma per propria natura (quasi sempre realtà organizzate non a scopo di lucro, ma a scopo di best practices dell’acquisto e della gestione di un portafoglio consorziati), non in possesso dei requisiti richiesti per partecipare.
Ci sembra importante, in questa fase di definizione dell’avvio di tale mercato, ricordare che un mercato a termine anche se finanziario ha lo scopo di consentire a chi produce e a chi consuma di fissare le proprie posizioni di “produzione” e “consumo” nel breve-medio (settimane, mesi, trimestri) e nel lungo periodo (prossimi 2-3 anni). Cosa rappresenta un mercato con la sola offerta (produzione) e privo di domanda (consumo)? E ancora, si innescherà mai il volano della liquidità senza il contributo della domanda industriale? Sarà sufficiente l’eventuale partecipazione a questo mercato del solo Acquirente Unico? Secondo noi no. Chi oggi ha mostrato maggiore lungimiranza negli acquisti facendosi avanti per stipulare contratti di lungo periodo è stato il comparto industriale, lo stesso che oggi accusa (o per meglio dire, che accuserà) maggiormente le volate del prezzo del barile (e di tutti i prodotti petroliferi) a oltre i 135 dollari/bbl senza poter decidere di comprare energia per il 2010, 2011 e 2012 prima che i prezzi della stessa raggiungano dei livelli critici per molti settori produttivi. Auspichiamo quindi che prima dell’avvio di questo mercato si riesca ad ottenere una rivisitazione dei requisiti di accesso, in modo da permettere a strutture come i Consorzi grossisti che “consumano il sottostante” del future scambiato di poter beneficiare degli effetti che un mercato finanziario liquido è in grado di offrire.
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