Borghini: "Italia poco europea nel mix delle fonti"

di Dario Cozzi

Dighe del Rodano della Compagnie Nationale du Rhone (Francia)Negli ultimi anni l’Europa dell’energia ha cambiato pelle. Si fosse trattato di un’auto, certamente non saremmo di fronte a un semplice restyling; alla revisione dei piccoli particolari. Avremmo a che fare con un modello del tutto nuovo: nel motore, negli allestimenti, nel design, nella concezione di guida. “I mutamenti sono stati molteplici e profondi; impossibile fare un quadro preciso nello spazio di un’intervista”, esordisce Roberto Borghini, amministratore delegato Electrabel Italia SIM, società del Gruppo Suez.

Proviamo, comunque, a dare qualche spunto…
Solo per indicare alcuni aspetti, cito la grande enfasi sulle rinnovabili, che ormai sono divenute un fenomeno anche di tipo industriale. Poi la nuova era del nucleare, che proprio di recente è tornato al centro del dibattito energetico in molti Paesi. Altro aspetto cruciale – nel bene e nel male – la crescente interconnessione dei mercati. Per una disputa sul gas tra Ucraina e Russia ha tremato tutta l’Europa; e per un albero caduto in un Cantone svizzero la Sicilia è rimasta al buio per 24 ore. Quello del gas è un altro settore che ha vissuto e sta ancora vivendo un momento di profondi cambiamenti. A partire dall’esplosione del mercato del Gnl per proseguire con le tecnologie emergenti (ad esempio, le navi con rigassificazione on board). Dal punto di vista geopolitico ci sono stati altri importanti cambiamenti e, in proiezione, molti esperti segnalano i Balcani come area emergente e potenzialmente strategica. Già nell’immediato futuro avranno tassi di crescita – dunque di consumi energetici – a doppia cifra, in un contesto geografico che ne fa il crocevia di importanti infrastrutture energetiche.[...]

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