Finanziaria e rinnovabili: mettiamo in chiaro che, accettato il prezzo, non si accettano reclami

di Giuseppe Gatti

[...] La misura certamente eccessiva è l’innalzamento della quota dell’obbligo di uno 0,75 per cento ogni anno. Se anche questo valore non venisse aumentato dopo il 2012, al 2015 quasi il 10 per cento dell’energia convenzionale (non cogenerativa) immessa in rete dovrebbe provenire da impianti alimentati da fonti rinnovabili realizzati dopo il 1 aprile 1999. Si può stimare che ciò significhi da un lato dovere immettere in rete circa 25 TWh da “nuove” rinnovabili (quattro volte tanto la produzione attuale) e da un altro far salire il costo dell’energia elettrica di 10-11 € MWh (assumendo i costi di produzione attuali). Per un Paese ad elevata schizofrenia socio-politica come l’Italia, che nei giorni pari celebra il futuro radioso delle rinnovabili, ma in quelli dispari piange sull’elevato costo dell’energia, che mina la competitività delle nostre imprese, come risultato non c'è male. [... ].

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