Questo sistema va sistemato mettendo fine ai rinvii e alle discussioni senza fine |
di G.B. Zorzoli
Il contenzioso sul gas fra Russia e Ucraina ha obbligato tutti a ricordare che il sistema enegetico del nostro Paese non ha solo il pur impellente problema di una maggiore competitività; spesso trascurato. Ma esiste anche uno specifico rischio sicurezza per l'approvigionamento di gas naturale. i dati nudi e crudi ci dicono infatti che il gas contribuisce ormai per un po' più di un terzo al nostro fabbisogno energetico e per un po' più del 50 per cento alla produzione termoelettrica; a conferma del fatto che a trentadue anni dalla prima crisi petrolifera e dopo un cospicuo numero di piani energetici nazionali, due conferenze nazionali sull'energia, molteplici provvedimenti, indagini e dibattiti parlamentari, ci siamo limitati a passare da un'anomala dipendenza dagli idrocarburi dovuta al 75,3% per cento della domanda soddisfatta dal petrolio e al 10,2 dal gas (dati 1973) a un'altrettanto anomala dipedenza, dove il 44,7 per cento il petrolio pesa molto meno, ma con il 33,8 per cento il gas conta molto di più (dati 2004). Nel bene e nel male la politica energetica italiana l'ha quindi sostanzialmente fatta solo l'Eni.
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