Trasformare l’informazione in formazione

Trasformare l’informazione in formazione

di Carletto Calcia

L’INFORMAZIONE NON DEVE RIMANERE FINE A SÉ STESSA, MA ESSERE FORMATIVA E PRODUTTIVA DI RISULTATI. AL PUNTO CHE UNA SUA CARENZA PUÒ COSTARE IL POSTO DI LAVORO... LE DIFFICOLTÀ DI TRASFORMARE L’INFORMAZIONE IN FORMAZIONE NON SONO CONTRASTATE DALL’INCESSANTE SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE INFORMATICHE

Nella mia vita di lavoro, al tempo delle mie responsabilità di una linea di business, ricevetti una telefonata serale dal mio capo che mi accusava di non soddisfare l’impegno di trasmettere ai miei collaboratori le decisioni e le azioni emerse nei comitati direttivi. Era evidentemente un falso, frutto di qualche competizione e maliziosità interna.

Oltre ad avere tutti i conti a posto, ero abituato a tenere nel pomeriggio, dopo ogni comitato direttivo, una riunione con circa 60 persone – dirigenti, impiegati e capi reparto – proprio allo scopo di divulgare il succo della riunione del mattino. Per mia fortuna la verità presto emerse e tutto finì in modo positivo. Ma il caso mi convinse fermamente che l’informazione non doveva rimanere fine a sé stessa, ma essere formativa e produttiva di risultati. Al punto che una sua carenza poteva costare il posto di lavoro.

A quei tempi, talvolta anche in presenza della gestione di potere e controllo,
il vertice dell’azienda decideva sulla base di missione, obiettivi e strategie, ma ricorreva all’informazione diffusa per ottenere il contributo organizzato di tutti per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Allora - e purtroppo ancora oggi – questo rischia di non avverarsi, in quanto la mentalità umana prevalente è maggiormente orientata verso la frequentazione di processi informativi che esaltano capacità personali e ambizioni. La tendenza alla «presentazione di presentazioni» continua a prevalere, alimentata dall’estrema facilità offerta dagli strumenti tecnologici.[…]

PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO ABBONATI ALLA RIVISTA

© nuova-energia | RIPRODUZIONE RISERVATA