Accadde… domani?

Accadde… domani?

a cura di Stilus

IL FUTURO NON È MAI CERTO, PERÒ È ANCHE VERO CHE LA STORIA SI RIPETE. O FORSE, PIÙ MODESTAMENTE, ALCUNI PROBLEMI ALMENO NELL’ARCO DI TRENT’ANNI SONO DURI A RISOLVERSI. E DUNQUE FORS’ANCHE SOLO PER STRAPPARE UN SORRISO A VOLTE AMARO, UNA SCORSA AI QUOTIDIANI DI TRE DECENNI FA PUÒ ESSERE DI UTILITÀ.


Spazzatura in cerca di pattumiera
Corriere della Sera
martedì; 15 settembre 1992


Puntuale come il cambio di stagione, il tormentone dei rifiuti senza recapito fisso torna a far capolino. Dal Milanese la spazzatura continuerà a essere esportata fuori provincia. E in attesa di altri impianti, le tariffe di smaltimento schizzano alle stelle. Fino al 31 gennaio prossimo saranno ancora le altre province a salvare quella di Milano, accogliendo circa 1.500 tonnellate al giorno di rifiuti. La musica cambierà all’inizio del 1993 quando, con la chiusura di Vizzolo Predabissi, le tonnellate di spazzatura milanese senza pattumiera saliranno a 2.500 su un totale quotidiano di 5.500. E dei 54 inceneritori – merce rara – esistenti in Italia, solo 24 risultano funzionanti. 8 di questi sono in Lombardia, 2 dei quali a Milano città.


Concretezza americana vs utopia nostrana: all’Europa zero in ecologia
Corriere della Sera
sabato; 19 settembre 1992


«Non c’è governo europeo che possa presentare una lista così ricca di realizzazioni ambientali come quelle messe a segno dall’Amministrazione Bush». È perentorio William Reilly, direttore dell’Environmental Protection Agency. Perentorio e non misurato e diplomatico come suo solito. Perché lascia intendere di non sopportare più gli attacchi concentrici sul presunto fallimento della politica ambientale americana. Sul fronte estero molti Paesi, fra cui l’Italia e non pochi paladini dell’ecologia, bollano gli Stati Uniti di aver contribuito a svilire i risultati della Conferenza di Rio. «E allora facciamo un bilancio, le nostre realizzazioni contro quelle degli altri», replica Reilly. In termini di investimenti, il Presidente George Bush ha aumentato del 50% i fondi destinati all’ambiente. In termini di capacità di intervento, l’EPA negli ultimi anni è riuscita a far pagare multe per malefatte ambientali come mai per decenni era accaduto. «Quando vado a Bruxelles, la capitale dell’Europa comunitaria, apprendo che quella città è priva di un sistema di trattamento delle acque reflue e che scarica direttamente in mare». Anche per quanto riguarda il clima, Reilly contrappone l’approccio concreto a quello utopistico: «Intendiamo agire, non parlare a vuoto. Agiamo per la riduzione di tutte le emissioni nocive, senza imporci scadenze che non siamo sicuri di poter rispettare».

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