Europei delle rinnovabili: cambiamo tattica per non retrocedere in serie B

Europei delle rinnovabili: cambiamo
tattica per non retrocedere in serie B

di Agostino Re Rebaudengo / Presidente di Elettricità Futura

CONDIZIONE DEL SUCCESSO DEL REPOWEREU È LA SEMPLIFICAZIONE AUTORIZZATIVA. ESATTAMENTE COME È STATO FATTO PER L’EMERGENZA SANITARIA, È OPPORTUNO CREARE UN TERRENO COMUNE TRA ISTITUZIONI E IMPRESE, PER LAVORARE FIANCO A FIANCO ED ELIMINARE TUTTE LE BARRIERE ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA

L’Europa è nata come Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), un’Istituzione creata nel 1952 e voluta dalla Francia, dalla Germania e dall’Italia, guidata allora da Alcide De Gasperi, con l’obiettivo di mettere a fattor comune la disponibilità di carbone e acciaio. Il processo federale europeo iniziò con l’adesione di Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi alla CECA.

I primi passi dell’Europa sono stati fatti attorno all’energia, collante e fattore di interesse strategico comune tra gli Stati. 70 anni dopo, è di nuovo l’energia al centro della cooperazione tra gli Stati europei. Adesso l’obiettivo è risolvere l’emergenza gas il prima possibile attraverso una decisa accelerazione della transizione alle energie rinnovabili. Il nuovo Piano REPowerEU mira ad azzerare le importazioni europee di combustibili fossili dalla Russia entro il 2027. Per raggiungere il traguardo, in aggiunta a misure su efficienza e diversificazione degli approvvigionamenti, il Piano europeo punta soprattutto ad aumentare le ambizioni green, alzando l’attuale obiettivo rinnovabili sui consumi finali dal 40 al 45 per cento al 2030 e avviando uno snellimento delle procedure autorizzative.

La spinta a velocizzare le rinnovabili come soluzione strutturale all’emergenza energetica è già in atto in molti Paesi europei, che, ben prima dell’arrivo del nuovo Piano UE, hanno velocizzato le nuove installazioni degli impianti. Accelerare la transizione ecologica è anche la soluzione contenuta nel Piano del settore elettrico italiano, una proposta mirata ad anticipare i target al 2030 in risposta alla grave emergenza energetica. L’Europa ha posto come condizione del successo del REPoweEU la semplificazione autorizzativa.
Il blocco delle autorizzazioni agli impianti rinnovabili è dovuto a un mix fatto di eccesso di burocrazia, moltitudine di soggetti coinvolti, frammentazione di regole (diverse anche da Regione a Regione), carenza di personale negli uffici preposti e mancanza di chiari obiettivi da raggiungere in termini di nuova capacità rinnovabile sui territori di competenza.
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