Cina, il carbone punta sulle tecnologie "pulite" |
di Qi Jiana La Cina ha scarsità di risorse petrolifere, ma è al terzo posto nel mondo per la quantità delle riserve di carbone (11% del totale). Nel 2003 sono stati estratti oltre 1,667 miliardi di tonnellate di carbone che rappresentano il 32,6% della produzione mondiale. Il carbone (Tabella 1) ha un ruolo predominante nei consumi energetici in fonti primarie della Cina e sarà la fonte su cui fare affidamento per soddisfare i fabbisogni di energia del Paese. In linea con i Piani di sviluppo economico del Paese, è necessario avere a disposizione più energia elettrica per colmare l’attuale gap tra domanda e offerta.
Alla fine del 2004 la capacità totale delle centrali alimentate a carbone era di circa 325 GW, che rappresentano oltre l’80% della produzione nazionale. Rispetto al 2003 si è avuto un incremento del 14,8% della produzione di energia elettrica, che ha spinto a un fortissimo aumento della produzione di carbone di oltre il 32%. L’incidenza dell’utilizzo del carbone nella produzione di elettricità è passato dal 25% del 1990 al 50%. Al crescente impiego di carbone si è accompagnata anche una concentrazione del suo utilizzo in grandi impianti in grado di ridurre le emissioni di agenti inquinanti; gli standard di emissione sono comunque ancora distanti da quelli di altri Paesi che presentano valori inferiori a quelli cinesi (Usa 93,2%, Germania 90,9%, Gran Bretagna 74,6%). Oltre all’uso del carbone nella generazione elettrica è aumentato sensibilmente anche quello per la produzione di acciaio e di cemento (necessari tra l’altro per sostenere i piani di costruzione di edifici e strade). Nel 2004 sono stati utilizzati circa 215 milioni di tonnellate di carbone per la produzione di acciaio e 190 milioni di tonnellate per quella di cemento.
Tale sviluppo impetuoso dell’uso del carbone è frenato dall’emergere di alcune barriere, soprattutto nelle fasi di produzione e di trasporto del minerale. Nella scorsa estate e inverno vi sono state in tutta la Cina carenze di elettricità causate dal collo di bottiglia rappresentato dal trasporto del carbone estratto dalle miniere; la situazione è stata resa più grave dalla normativa nazionale che proibisce il sovraccarico dei mezzi pesanti. Di conseguenza, il carbone estratto è rimasto accumulato presso le miniere e il prezzo ha mostrato tendenze all’aumento (una situazione in contraddizione con lo stato dell’industria del carbone dell’anno precedente). Anche la produzione ha avuto i suoi problemi. Le miniere di carbone in Cina sono di tre tipi: collettività rurali; proprietà degli stati locali; proprietà del governo centrale (ministero). Quasi metà del carbone consumato in Cina proviene dalle collettività rurali. Queste hanno una produttività molto bassa con una elevata percentuale di infortuni sul lavoro (10 morti per milione di tonnellate). I molti e gravi incidenti verificatisi hanno convinto il governo della necessità di rendere più sicura la produzione e di procedere alla chiusura delle miniere meno efficienti. Fare affidamento su impianti a carbone gestiti senza molta attenzione per l’abbattimento degli inquinanti ha causato una lunga serie di problemi ambientali. L’anno scorso, all’incirca tra 400 e 1.500 grossi ammassi (quasi piccole colline formate dall’accumulo delle scorie di carbone) sono bruciati per autocombustione, con emissione di inquinanti (CO2, SO2 e CO) che hanno causato seri problemi sanitari alla popolazione. Si noti che la Cina è attualmente al primo posto nel mondo per le emissioni di SO2 e al secondo per quelle di CO2. È stato stimato che l’80% di particolato, l’87% di biossido di zolfo e il 67% di ossidi di azoto proviene direttamente dalla combustione del carbone. Per quanto tali limiti siano ancora lontani da quelli vigenti in altri Paesi, questi fatti dimostrano che in Cina la legge sulla protezione ambientale sta producendo i suoi effetti. Con un maggior numero di centrali in costruzione dotate di sistemi di abbattimento delle emissioni, infatti, sarà possibile minimizzare il contributo delle emissioni inquinanti da parte del processo di generazione. La Cina ha costituito molte joint venture con compagnie straniere per esplorare e produrre il coal bed methane. A tale scopo è stata fondata l’organizzazione statale “China united coal bed methane (CUCBM)” che si ripromette di avviare una cooperazione tecnologica internazionale per il trasferimento delle tecnologie sviluppate. Anche se l’incidenza del carbone dovesse diminuire per effetto della diversificazione degli approvvigionamenti energetici, esso rimarrà ancora la fonte principale a causa dell’abbondanza delle riserve, della loro distribuzione e del basso costo di estrazione.
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