Resilienza delle reti come risposta al cambiamento climatico

Resilienza delle reti come risposta
al cambiamento climatico

di Matteo Codazzi / CEO di CESI


ESSERE IN GRADO DI RESISTERE AGLI EVENTI CLIMATICI AVVERSI SIGNIFICA NON SOLO RINFORZARE LE RETI E RENDERLE PIÙ ROBUSTE E RESILIENTI. VUOLE ANCHE DIRE CAMBIARE PARADIGMI, CONSOLIDATI DA ANNI, NELLA PIANIFICAZIONE E NELLA PROGETTAZIONE STESSA DEI SISTEMI ELETTRICI

Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) – l’organismo dell’Onu che studia l’evoluzione del clima – i cambiamenti climatici osservati a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso sono senza precedenti, con gravi effetti sugli insediamenti umani e sulla natura. In questo scenario, i sistemi elettrici spesso sono messi alla prova e lo saranno sempre di più in futuro.

Le infrastrutture attuali, infatti, sono state progettate per condizioni climatiche diverse da quelle presenti, meno estreme. Una previsione di McKinsey stima che complessivamente, nei prossimi 20 anni, per una utility media il danno da mancati ricavi e costi di ricostruzione, dovuti a eventi metereologici estremi, sarà di ben 1,7 miliardi di dollari. Per far fronte a questo scenario, è necessario investire preventivamente con interventi di rinforzo mirato sulle reti elettriche di trasmissione e distribuzione.

Lo dimostra, ad esempio, l’incidente verificatosi in Texas nel 2020 che ha lanciato un chiaro segnale verso un aumento degli investimenti per la modernizzazione della rete. Ma il Texas non è altro che la punta dell’iceberg: solamente lo scorso anno gli Stati Uniti hanno subito 22 eventi climatici estremi, pagando un prezzo totale di 95 miliardi di dollari in danni a case, aziende e infrastrutture pubbliche. Uno studio del Dipartimento dell’Energia ha stimato che le sole interruzioni di corrente costano all’economia statunitense fino a 70 miliardi di dollari l’anno. Si tratta di trend in costante aumento, sia per numero di accadimenti che per costi, a sottolineare i devastanti effetti del cambiamento climatico nelle nostre vite. [...]


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