Didattica e innovazione, più di tanti buoni propositi potrà il virus

Didattica e innovazione, più di tanti
buoni propositi potrà il virus

di ROBERTO NAPOLI / professore emerito Politecnico di Torino


Molti commentatori hanno puntato il dito sull’istruzione
e sulla ricerca come tasselli fondamentali per la ricostruzione del Paese.


Alcuni hanno meritoriamente acceso i fari sui grossi rischi che corriamo e sulle cautele da prendere. Anche in questo caso l’emergenza post virus, nonostante tutti i guai, crea opportunità, perché smuove abitudini e approcci quietamente consolidati. Purtroppo, con questi chiari di luna, è però difficile aspettarsi interventi robustamente significativi.
Per fortuna il Paese ha sempre energie nascoste che vengono fuori quando meno te le aspetti. Sia le Università che le Scuole di altro grado hanno affrontato lo tsunami del coronavirus con una capacità pragmatica organizzativa superiore alle prevedibili aspettative.

Nonostante i ritardi nelle disponibilità tecnologiche (soprattutto nelle Scuole), si è riusciti a proseguire le attività in qualche modo, arrangiando una inedita didattica a distanza. Anche i docenti meno “moderni” hanno dovuto imparare a
smanettare sui computer e a usare programmi di videoconferenze. Questa inaspettata ventata tecnologica ha risvolti positivi che si prolungheranno nel tempo, per una organizzazione delle lezioni migliore e più moderna. Fare videolezioni è cosa diversa da quelle tradizionali. Lascia meno spazio all’improvvisazione, anche favorendo la preparazione di slide.

Prevedibilmente nasceranno nel tempo videolezioni professionali ben strutturate, che diventeranno una sorta di equivalente dei testi didattici, a cura di editori specializzati. Fra l’altro, ciò potrebbe aprire una prospettiva di maggiore omogeneità sul piano nazionale. Il ruolo del docente non viene per nulla snaturato. Il nuovo modo più interattivo di interagire con gli allievi può facilitare un miglioramento dell’apprendimento. Certamente il contatto fisico diretto fra discenti e docenti non ha eguali come efficacia e non può e non deve essere fagocitato dalle tecnologie a distanza.

Quando sarà passata l’emergenza del distanziamento sociale, la parte essenziale dell’apprendimento dei ragazzi continuerà a nutrirsi delle emozioni e della guida dei docenti attraverso la vicinanza fisica. Un video fornisce tante informazioni cosiddette orizzontali, su ci si può concentrare solo per pochi minuti. Poi c’è bisogno di ordinare verticalmente le informazioni, sollecitando riflessioni e collegamenti. Ciò lo può fare solo un docente in carne e ossa, interagendo con gli allievi.
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