Emoji of a wave (John Mayer)

Emoji of a wave (John Mayer)


di FRANCESCO LEPRE Visita il profilo LinkedIn

Com’è difficile scrivere oggi. Una manciata di giorni e ci siamo ritrovati tutti dentro casa, chiusi e isolati.

È arrivata l’onda, arrivata. Sembrava così lontana e poi è arrivata. Difficile parlare di energia in un pomeriggio qualunque, che sembra quello di una qualunque domenica. Tutto vuoto in strada in un silenzio assordante. Il mondo si è fermato.

Mi è venuta in mente una canzone bellissima di John Mayer.
È una canzone splendida e vi invito ad ascoltarla, magari leggendo questo articolo. Mi è venuta in mente, dicevo, mentre vedevo le scene di medici stremati nelle corsie degli ospedali lombardi. Foto di volti segnati da lividi provocati da mascherine. Ho pensato a noi, a tutti noi. Ho pensato che fosse una canzone da dedicare all’Italia.

Non è il momento delle polemiche, non è il momento delle critiche. È il momento di essere un Paese unito. Il mondo ci guarda, per il triste primato che abbiamo. Tuteliamo le nostre radici. Come un albero, ne abbiamo bisogno per crescere.
Stiamo vivendo un periodo tristemente storico. Leggeremo pagine e pagine dedicate a questo terribile periodo. Avremo davanti ai nostri occhi Papa Francesco in una piazza San Pietro vuota e lucida di pioggia. Mi ha inorgoglito vedere il Presidente Mattarella, il mio Presidente, emozionato, parlare alla Nazione. Siamo uniti!

In un momento di dolore come questo abbiamo anche il tempo per riflettere, per pensare. A distanza di mesi, forse anni, riusciremo a vedere con lucidità questa situazione.
Ma ora, senza alcuna esperienza, con i camion militari a Bergamo pieni di bare che ci sfilano davanti agli occhi e si imprimono nella nostra memoria per sempre, rimaniamo immobili senza parole, con un nodo in gola e senza il coraggio di spiegare ai nostri bambini che quei camion sono pieni di nonni e nonne (e non solo).
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