Reti elettriche e resilienza alla prova degli eventi estremi

Reti elettriche e resilienza
alla prova degli eventi estremi

di MATTEO CODAZZI / amministratore delegato CESI Visita il profilo LinkedIn


Per ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - in Italia nel 2018 la temperatura media annuale ha raggiunto un nuovo record, con un’anomalia media di +1,71 °C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990.

Lo stesso Istituto rileva che, nel 2018, il nostro Paese è stato colpito da numerosi eventi meteorologici estremi. Tra questi, il ciclone Vaia, caratterizzato da venti con raffiche superiori a 200 km/ora. In questo scenario, i sistemi elettrici sono messi alla prova. Le infrastrutture attuali, infatti, sono state progettate per condizioni climatiche sostanzialmente diverse rispetto a quelle registrate negli ultimi anni.

Un esempio significativo in questo senso è il più grande blackout nella storia degli Stati Uniti, avvenuto nel 2017 a Porto Rico. Qui l’uragano Maria ha completamente distrutto la rete elettrica, lasciando senza energia l’intera popolazione - 3,4 milioni di abitanti - e causando una perdita di circa 1,25 miliardi di ore di elettricità.

Anche gli impianti di generazione subiscono le conseguenze del cambiamento climatico. Nel 2017, l’uragano Irma ha colpito due tra le più grandi centrali nucleari della Florida: uno dei reattori della centrale di Turkey Point è stato fermato a causa di un problema meccanico, dovuto all’uragano, mentre la centrale di St. Lucie ha operato a livelli fortemente ridotti.

Una previsione di McKinsey stima che, complessivamente, nei prossimi 20 anni per una utility media il danno da mancati ricavi e costi di ricostruzione, dovuti a eventi metereologici estremi, sarà di ben 1,7 miliardi di dollari. Per far fronte a un simile scenario, è necessario investire preventivamente con interventi di rinforzo mirato sulle reti elettriche.
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