109/2019, tre letture diverse di una stessa delibera

109/2019, tre letture diverse
di una stessa delibera

di GIUSEPPE GATTIVisita il profilo LinkedIn


Una squallida marchetta elettorale, come ha scritto
la Repubblica, o la rinuncia a una gestione attiva e in funzione anticiclica dei prezzi dell’energia, come dice
il mio amico Davide Tabarelli.


O ancora, e mi piacerebbe poterlo credere, un’operazione verità, invertendo
la rotta intrapresa a giugno 2018, per recuperare l’indirizzo originario e connesso all’imprinting dell’ARERA.
Tre diverse letture, a prima vista tutte legittime, di uno stesso provvedimento: la delibera 109/2019 del 26 marzo scorso, con cui l’Autorità ha aggiornato per il secondo trimestre dell’anno le condizioni di fornitura dell‘energia elettrica e del gas per il mercato tutelato, con una riduzione dell’8,5 per cento per l’energia elettrica e del 9,9 per cento per il gas.

A prima vista risulta difficile comprendere le ragioni dello spazio che questa misura ha ricevuto su tutti gli organi di stampa, dal momento che chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la materia è in grado di calcolare anche solo a spanne la congruità della manovra.
Nel primo trimestre 2019 il PUN è sceso del 13,32 per cento rispetto all’ultimo trimestre del 2018 e anche se questo non è il metodo di calcolo seguito dall’Autorità, approssima comunque il risultato cui si perviene seguendo i costi passati e attesi dell’Acquirente Unico che portano a una diminuzione del 12,2 per cento.

Sapendo che c’erano costi pregressi non trasferiti in tariffa nel terzo e quarto trimestre 2018 e quindi da recuperare e che pertanto la riduzione non poteva corrispondere interamente al minor costo atteso per la voce energia, un calo dell’8,5 per cento a prima vista doveva apparire assolutamente ragionevole. Perché allora tutto il clamore che c’è stato?

Qui bisogna fare un passo indietro e tornare alle ultime delibere in materia di adeguamento delle tariffe del mercato di Maggior Tutela.
È bene ricordare intanto che l’Autorità a guida Bortoni ha sempre dichiarato che le condizioni economiche definite per il Tutelato non erano tariffe, ma prezzi, perché risultanti dalle attività dell’Acquirente Unico a condizioni di mercato.
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