Le analisi economiche non VAN prese alla leggera
Le analisi economiche non VAN prese
alla leggera

di NINO DI FRANCO / ENEA



Se un incentivo è progettato sull’intelaiatura concettuale di un valore attuale netto prossimo allo zero, avrà alte probabilità di diventare un promotore di ricchezza per l’intera filiera produzione-trasferimento-uso-dismissione di un bene efficiente.

Le politiche nazionali di contenimento dei consumi energetici hanno da sempre fatto uso di incentivi, a partire dalle vecchie leggi 308/82 e 10/91, seguite dal CIP6, i vari Conti Energia, il Conto Termico, i bonus fiscali, i Certificati Bianchi, eccetera. Tali incentivazioni sono state spesso criticate dagli analisti economici poiché ritenute talvolta troppo generose, producendo indebiti sovra-guadagni promotori di effetti distorsivi del mercato, e rendendo quindi problematica una valutazione di efficacia dello specifico strumento, i cui oneri vanno sostenuti in ogni caso dalla collettività.

Un incentivo è, lessicalmente, un’azione tesa a stimolare qualcosa, e uno stimolo deve essere per sua natura temporaneo. Di fatto, può capitare che nel tempo l’incentivo perda la connotazione di temporaneo strumento di sostenibilità (risparmio di energia significa alleviamento della bilancia dei pagamenti, minore inquinamento, minori emissioni climalteranti, eccetera) per assumere un ruolo esclusivamente finanziario, sostituendosi a un prestito in grado di sostenere in tutto o in parte l’investimento richiesto per l’avvio del progetto.

L’incentivo, visto dai percettori solo come una modalità di finanziamento di una certa iniziativa, perde allora la sua caratteristica di stimolo per diventare una mera voce d’entrata nel business plan. Invece di costituire uno strumento top-down (è la mano dello Stato che arriva a direzionare sinergicamente date scelte imprenditoriali), esso diventa un contributo bottom up atteso e preteso dai decisori, che il progetto sia in linea con le attese governative o no.

La storia degli incentivi in Italia negli ultimi decenni, passata attraverso fonti energetiche assimilabili, titoli di efficienza riconosciuti a lampadine fluorescenti, a buoni sconto o a risparmi non addizionali, è lì a testimoniarlo, indipendentemente dalle truffe - penalmente rilevanti - che in ogni caso si sono verificate. Si ricorda al riguardo la recente indagine della Procura di Torino che ha portato all’arresto di 26 persone per un presunto tourbillon milionario di falsi Certificati Bianchi.

Si pone dunque la questione di saldare ad un incentivo il suo carattere di stimolo di sostenibilità, evitando possibilmente che esso si trasformi in una dazione di cui il decisore può ignorare provenienza, giustificazione e finalità.
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