Storia tascabile dell’energia da leggere in 20 minuti











di RICCARDO VARVELLI
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La prima fonte energetica esogena all’uomo è stata il legno. Per fonte energetica esogena dobbiamo intendere la risorsa omogenea di materia prima presente in natura dalla quale l’uomo ricava energia per la produzione di calore, per l’esecuzione di un lavoro e per l’illuminazione...















Consideriamo era energetica il periodo temporale durante il quale una fonte energetica omogenea prevale sulle altre in termini di percentuale mondiale di produzione e utilizzo. Per esempio, l’era del carbone, durata due secoli: dal 1750 al 1950 circa.

Fino al tramonto del Medioevo il legno ha costituito la risorsa energetica esogena più utilizzata dall’uomo e più importante per l’umanità. Già 35.000-40.000 anni fa l’ominide di Cro-Magnon e quello di Neanderthal utilizzavano il fuoco per riscaldarsi, per cuocere il cibo, per farsi luce e difendersi dalle fiere.
Quando nel periodo Neolitico l’uomo da cacciatore è diventato agricoltore (VI-II millennio a.C.) iniziarono i primi dissodamenti. La foresta (terreno non antropizzato dove la vegetazione naturale è costituita soprattutto da alberi ad alto fusto che crescono spontaneamente; se l’estensione della foresta è limitata si parla di bosco) occupava allora più del 70 per cento del suolo.

Da quell’epoca il bosco incominciò a retrocedere e a ridursi progressivamente. Oggi occupa non più del 20 per cento della superficie della terra e meno del 6 per cento in Europa, con punte del 65 per cento in Indonesia, del 56 per cento in Amazzonia e in America Latina e del 66 per cento nel Congo. Ancora 50 anni fa si valutava che il tasso di disboscamento fosse pari a 8,3 milioni di ettari l’anno.
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