Occorre scegliere ora le regole di un futuro mercato liberalizzato
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di CARLO ANDREA BOLLINO
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Quanto sono stati efficaci gli strumenti di politica energetica adottati negli ultimi anni per sviluppare le fonti rinnovabili nei mercati elettrici europei? A giudicare dai risultati ottenuti, la risposta è: sicuramente molto. Un paper del 2016 ci spiega quale tra le tante opzioni sia risultata la migliore.



Si tratta di The policy effectiveness of economic instruments for the photovoltaic and wind power development in the European Union, scritto da tre ricercatori di Taiwan e pubblicato su Renewable Energy. Lo studio si riferisce alle due FER non programmabili, eolico e fotovoltaico, mettendole a confronto per un campione di 21 Stati Membri dal 1996 al 2013.

I risultati non dovrebbero sorprendere il lettore italiano. In pratica, la tariffa incentivante di tipo feed-in vince la sfida, con un contributo significativo allo sviluppo della capacità solare ed eolica. Gli standard di portafoglio rinnovabile (Renewable Portfolio Standards - RPS), tipo Certificati Verdi, invece hanno dato un supporto rilevante solo al settore eolico. Le altre forme di incentivazione, tra cui le sovvenzioni in conto capitale, i prestiti preferenziali, i programmi di ricerca, sviluppo e dimostrazione (RD&D) sono di secondaria importanza per le sole tecnologie del vento, mentre gli incentivi fiscali sono totalmente irrilevanti per ambedue le FER considerate.

A questo punto ci chiediamo anche quale impatto abbiano avuto le rinnovabili sui prezzi finali dell’energia elettrica, cercando di distinguere gli effetti dovuti alla progressiva liberalizzazione dei mercati. Ci viene incontro, per primo, uno studio del 2011 (The Impact of Renewable Energies and Electric Market Liberalization on Electrical Prices in the European Union. An Econometric Panel Data Model) di due ricercatrici dell’Università di Oviedo, dal quale si evince che tra il 1998 e il 2009, nei 27 Paesi dell’Unione Europea, con l’aumento della quota di FER sul mix elettrico i prezzi sono cresciuti per le utenze domestiche.
Dall’altro lato, ci informa che l’apertura dei mercati, misurata dalla quota di mercato del primo operatore nazionale, non ha prodotto gli effetti sperati di riduzione dei prezzi per le famiglie.[...]

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