Emisioni zero: molto resta ancora da innovare












di DOMENICO ROSSETTI DI VALDALBERO / Capo Unità aggiunto, Commissione europea, DG Ricerca e Innovazione

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Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale (COP 21) e nello specifico europeo - associati nell’UE all’aumento di fonti energetiche rinnovabili e all’incremento dell’efficienza energetica - sono impegnativi in particolare per le industrie ad alta intensità energetica.


 Source: Raul Lieberwirth












Tra queste: l’acciaio, la chimica, le raffinerie petrolifere e il cemento. La nuova strategia di riduzione delle emissioni per il 2050 sarà presentata dalla Commissione europea a novembre 2018.
La decarbonizzazione è possibile e auspicabile se l’Europa si basa sui suoi punti di forza. Il percorso verso zero emissioni o carbon-neutrality offre opportunità economiche per l’Europa che possono superare i costi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Tuttavia, ci sono sfide importanti in questa transizione, che devono essere affrontate e sostenute dalla ricerca e dall’innovazione (R&I).

Infatti, con i processi attualmente utilizzati - per esempio per il settore dell’acciaio con il ciclo integrale, il forno elettrico e la riduzione diretta - non è possibile raggiungere questi obiettivi. Si rende quindi necessario lo sviluppo di tecnologie totalmente nuove (breakthrough). Il cambiamento tecnologico è uno dei capisaldi per raggiungere l’obiettivo di una società a zero emissioni.
Un elemento chiave per il successo è disporre sia di un portafoglio di alternative prive di emissioni di carbonio efficienti in termini di costi, sia delle sinergie tra tutti i settori della domanda e dell’offerta di energia. Ciò richiede un’infrastruttura appropriata, che deve supportare pienamente le principali tendenze del paesaggio energetico di domani e portare ai consumatori (famiglie/industria, trasporto di passeggeri/ merci) le commodity necessarie (elettricità, carburante, servizio di trasporto) alla quantità richiesta nella forma/vettore desiderato e nel momento voluto.

Allo stesso tempo, sta emergendo un’opportunità dalla sostituzione tempestiva di infrastrutture obsolete con quelle attentamente progettate, che sono compatibili con gli obiettivi di decarbonizzazione. In particolare, il parco di generazione termoelettrica in Europa ha raggiunto l’età media di 38 anni.
Le azioni per evitare i cambiamenti climatici sono fattibili in una certa misura con le soluzioni di oggi ma non saranno sufficienti a consentire traiettorie compatibili con l’ambizione richiesta dagli obiettivi dell’accordo di Parigi. Anche se potremmo avere le tecnologie necessarie per ottenere riduzioni significative delle emissioni, tutti questi sforzi non sono sufficienti per raggiungere zero emissioni nel lungo periodo; avremo così bisogno di nuove soluzioni entro il 2050.

Di particolare importanza è lo sviluppo di opzioni tecnologiche (e non tecnologiche) che rispondano alle sfide di un sistema energetico interamente rinnovabile nel settore residenziale, nel trasporto (compresa l’aviazione), nel sistema agro-alimentare e soprattutto nelle industrie ad alta intensità energetica.
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