Charleston (Django Reinhardt)











di FRANCESCO LEPRE
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Il rischio è connesso alla vita. L’ineluttabile incertezza degli eventi ci accompagna da quando nasciamo. Secondo il vocabolario Treccani, “rischio” significa “eventualità di subire un danno connessa a circostanze più o meno prevedibili”. In sostanza, qualcosa potrebbe andare storto...


A questa onnipresente certezza di incertezza sono legate massime di filosofi e saggi, ma anche di persone che del rischio ne hanno fatto un lavoro. Giocare con il rischio è affascinante, ma ha un prezzo... talvolta più alto di quello che ci si possa permettere.

Per gli inguaribili pessimisti il mantra è dettato dalla legge di Murphy, che in sintesi ci dice: se qualcosa potrebbe andare storto, andrà storto! Poi ci sono i cauti che sperano nel meglio e si preparano al peggio. Infine gli ottimisti, cronici, effervescenti... in genere induttivi: non è mai successo, perché dovrebbe succedere ora? Detto tra noi, ma non lo dite a nessuno, anche io non sono mai morto!

Insomma, tutti i giorni ci dobbiamo confrontare con questo strano oggetto che è il rischio. Riuscire a capire (e quindi dimensionare) quanto è grande il rischio è già un bel successo. Decidere poi se possiamo permettercelo richiede una buona conoscenza di sé (o dell’azienda per cui si lavora). Talvolta il rischio è legato al fatto che si ignorano (consapevolmente o inconsapevolmente) alcuni fattori eventuali.
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