Col giallo-verde l’energia va in corto circuito |
di GIUSEPPE GATTI
A fine luglio ho incontrato un amico, ambasciatore di un Paese europeo in Italia e molto attento alle problematiche dell’energia, che voleva vedermi per capire quali sarebbero stati gli indirizzi in questo campo della nuova maggioranza politica giallo-verde [...]
Era andato a rileggersi con attenzione il contratto di governo, ma al di là di uno scarno quanto enfatico capitoletto in cui sono riassunti tutti i luoghi comuni sulla green economy oltre alla rivelazione, questa sì notizia da prima pagina, che la provincia di Treviso è un riferimento a livello planetario per l’economia circolare (perché non ce ne eravamo mai accorti?) e una rapida citazione sulla mobilità sostenibile (promettendo incentivi per l’auto elettrica), nulla si dice in concreto in ordine alla politica energetica che si intende sviluppare.
Market capacity, fine della tutela, TAP, Piano energia-clima (cioè attuazione della SEN) non hanno alcuno spazio nel contratto di governo e quindi il percorso della transizione energetica, che pure è declamata a caratteri cubitali, rimane misterioso.
Quello che per l’ambasciatore poteva essere motivo di un divertito sconcerto – per sua fortuna non è italiano – per me è ragione di preoccupazione.
E rimango all’energia, perché se dovessi andare oltre, ben più pesante e sconfortato sarebbe il mio giudizio.
Mi trattengo e attingo alle mie radici subalpine per il necessario understatement, che in Piemonte è riassunto in due parole: Esageruma nen. Non esageriamo, il classico commento ad ogni affermazione forte.
Al momento (e direi per fortuna) mancano i fatti. Mettiamo dunque in fila una prima serie di dichiarazioni. Appena insediato il nuovo esecutivo, il Ministro dell’Ambiente dichiara che il TAP è inutile, perché i consumi di gas in Italia stanno diminuendo. Evidentemente nessuno si è preso la briga di spiegare al Generale della Forestale messo all’Ambiente il ruolo strategico del TAP nella politica degli approvvigionamenti europei e non solo (e non tanto) italiani.[...]
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