INFO@COMUNI - Il teleriscaldamento... vuole andare ancora in rete











22 dicembre 2017 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Il settore, che attualmente copre il 6 per cento del mercato italiano del calore, ha ulteriori interessanti margini di crescita. Intanto, è in corso di pubblicazione l’Annuario 2017 Il Riscaldamento Urbano, la più aggiornata overview sullo stato dell’arte e sulle evoluzioni del comparto nel nostro Paese.

300 milioni di metri cubi di edifici riscaldati, 8.500 GWh/anno termici consegnati all’utenza, 0,5 Mtep risparmiati (in termini di energia primaria) e minori emissioni pari a 1,5 milioni di tonnellate di CO2 evitate come Sistema Paese, 4.100 chilometri di tracciato. Sono alcuni numeri del teleriscaldamento in Italia, che attualmente copre il 6 per cento del mercato nazionale del calore, ma ha ancora margini interessanti di crescita.
“Secondo la Strategia Energetica Nazionale - commenta Riccardo Angelini, presidente dell’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU) - nei prossimi anni potrebbe crescere tra il 30 e il 40 per cento, rispetto alla dotazione attuale. Una precedente stima, effettuata da AIRU con Legambiente, era tuttavia pervenuta a un’ipotesi decisamente più generosa, affermando che si potrebbe addirittura moltiplicare di 5 volte la capacità oggi esistente”.
Comunque vada... vale certamente la pena tenere d’occhio il settore.
Al riguardo, è in fase di stampa proprio in questi giorni l’Annuario Il Riscaldamento Urbano. Realizzato dall’AIRU, offrire la più aggiornata overview sullo stato dell’arte e sulle evoluzioni del settore in Italia. Anche per l’edizione 2017, parte dall’analisi dello sviluppo storico per poi presentare un quadro di sintesi (infrastrutture in esercizio, volumi riscaldati, calore distribuito, ...) della situazione attuale e un focus dedicato a biomasse e geotermia. Completano il volume le schede tecniche di dettaglio relative a oltre 150 reti, presenti su tutto il territorio nazionale.
L’Annuario, con le sue 380 pagine, rappresenta quindi un prezioso strumento di lavoro per gli stakeholder che operano nell’ambito del riscaldamento urbano: utility, aziende fornitrici di componenti e servizi, pubbliche amministrazioni, enti locali, Comuni, Governo, Università e centri di ricerca.


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