Possiamo dare una mano alla mano invisibile?










di FRANCESCO ZIPPO
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Concedetemi questo incipit, insolito rispetto a quelli ai quali vi ho abituato... Chiamo in scena la drammaturgia shakespeariana [...] scomodo il noto economista Adam Smith quando spiega che...


Seguendo le loro preferenze egoistiche, i possessori di capitale preferiscono investire in attività localizzate nel proprio Paese, creando in tal modo benefici a esso e alla società, anche se non era questa la loro intenzione.

La responsabile di questo positivo e non intenzionale risultato è, appunto, la mano invisibile [...]

[...] Con lo svilupparsi della teoria economica la mano invisibile ha finito per essere intesa come una virtù del mercato e della concorrenza (parola più cliccata del momento), che spinge ad avere comportamenti vantaggiosi per tutti, anche se chi li intraprende è interessato solo e soltanto a se stesso.
Per far sì che la concorrenza produca esiti favorevoli al benessere sociale sono necessarie alcune condizioni: la razionalità e la perfetta informazione dei consumatori. Le condizioni necessarie affinché la mano invisibile eserciti la sua azione moltiplicativa del benessere non vengono sempre adeguatamente considerate.
[...]

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