Alippi: "In Italia per crescere, con una prospettiva di lungo periodo"











di DAVIDE CANEVARI
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“In generale direi che si tratta di un mix equilibrato, in grado di accompagnare la transizione energetica in corso verso un ulteriore utilizzo delle fonti rinnovabili, con gli impianti termoelettrici - specie a gas - nel ruolo di backup per compensare la mancanza di programmabilità della maggior parte delle fonti rinnovabili”.


La centrale termoelettrica EP Produzione di Ostiglia, in provincia di Mantova












È questa la prima lettura di sintesi che Luca Alippi, amministratore delegato di EP Produzione, fa dell’attuale parco di generazione del Sistema Italia. Vale a questo punto la pena scendere più nel dettaglio.


Ci può inquadrare la situazione italiana attraverso qualche numero? E, a suo avviso, come si inserisce nel panorama europeo?
Prendendo a riferimento il 2015, in Italia le rinnovabili - incluso l’idroelettrico - arrivano al 39 per cento dell’energia prodotta, gli impianti a gas coprono un altro 40 per cento, gli impianti a carbone rappresentano il 15 per cento.
Prodotti petroliferi e altro contano per il residuo 6 per cento circa. Questo mix posiziona il sistema elettrico italiano tra i più sostenibili in Europa, e ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi cosiddetti 20-20-20.


Si sente parlare meno di over capacity. È una situazione superata, oppure...
Bisogna distinguere. In condizioni normali o medie (per domanda, temperatura, interconnessioni e flussi con l’estero), rimane una quota significativa di capacità termoelettrica a gas - efficiente, flessibile e ambientalmente compatibile - non utilizzata. Valutabile intorno al 10-15 per cento della capacità installata di impianti CCGT.
Al contrario, in condizioni di temperature elevate o molto basse o di riduzione dei flussi di importazione, la situazione di over capacity è superata, come più volte ha sottolineato anche Terna. Attualmente il rischio è quello di passare da una situazione di over capacity a una situazione opposta di inadeguatezza, in assenza di segnali di prezzo di mercato a medio-lungo termine. Non solo. Oggi l’Italia ha circa 30 GW di eolico e fotovoltaico che, se d’estate contribuiscono per oltre il 20 per cento alla copertura della domanda, nel picco invernale contano per meno del 5 per cento.
Il sistema elettrico deve quindi porsi un problema di sicurezza, non solo di adeguatezza, dato che per gestire le rinnovabili non programmabili occorre la capacità e la flessibilità degli impianti convenzionali. Per questo riteniamo che occorra ridisegnare il mercato dell’energia e affiancare ad esso un mercato della capacità.
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