La digitalizzazione non è una guerra tra macchine e persone










di CARLETTO CALCIA
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Lo sviluppo della digitalizzazione e del programma Industria 4.0 è accompagnato nella stampa internazionale da articoli che vanno da enfatiche celebrazioni a catastrofiche prospettive. Tutto questo non costituisce sorpresa, in quanto ogni rivoluzione tecnologica del passato - dal vapore all’elettricità e all’elettronica - ha suscitato contrastanti reazioni, allarmistiche e nello stesso tempo estremamente favorevoli.



Anche altre minori ma importanti trasformazioni, quali per esempio l’adozione di macchine a controllo numerico, la creazione di centri di elaborazione dati e lo sviluppo dell’elettronica di segnale e di potenza, sono state accolte da entusiasmi e da critiche nel periodo iniziale della loro introduzione.
Le motivazioni alla base di queste contrastanti valutazioni sono soprattutto dovute all’innata resistenza al cambiamento insita nella natura umana e alla temuta contrapposizione tra persone e macchine. La gestione di successo di questi confronti rappresenta un obiettivo decisivo in ogni azienda che si appresta a vivere questa nuova esperienza del futuro, caratterizzata da una forte, quasi dirompente, intensità e da un’inevitabile urgenza.
Quali azioni pratiche possono essere attivate per realizzare i miglioramenti attesi in termini di produttività, di personalizzazione dei prodotti e di offerta e servizio al cliente, che nel contempo considerino prioritario il nuovo rapporto con le persone?
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