L’eolico italiano gioca la Carta del rinnovamento

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Hanno avuto il merito di essere i promotori dello sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese; e così facendo hanno anche potuto scegliersi le posizioni migliori. Sono i parchi eolici italiani, che ormai da più di dieci anni immettono in rete kWh generati dal vento, e vivono oggi questa strana contraddizione.


Sono localizzati nei siti più ventosi del Paese, ma proprio per la loro età anagrafica non sono in grado di massimizzare la produzione potenziale, se non a valle di un massiccio rinnovamento tecnologico. Il problema è stato sollevato per la prima volta giusto un anno fa, in occasione di Ecomondo.

E2i, Enel Green Power, ERG Renew, Falck Renewables, IVPC - proprio nei padiglioni di Fiera di Rimini - sottoscrissero la Carta per il rinnovamento eolico sostenibile con l’intento di “identificare regole operative, criteri applicativi, standard, procedure e best practice tali da garantire efficacia e trasparenza nei progetti di rinnovamento del parco eolico esistente in Italia per costruire un percorso di sostenibilità qualificante”.
La questione è chiaramente ancora aperta... ma con un anno in più di anzianità di servizio. E la “volontà di avviare un percorso di riqualificazione del parco eolico italiano, coerente con le linee ispiratrici della sostenibilità, salvaguardando i valori ambientali, paesaggistici, sociali ed economici dei territori dove si trovano gli impianti” è stata ribadita da tutti i sottoscrittori durante l’edizione 2016 di Key Wind-Ecomondo.[...]

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