Nuovo decreto incentivi: luci ed ombre (soprattutto sull’idro) |
di Giovanni Battista Conte | avvocato in Roma
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Il tanto atteso decreto incentivi è dunque arrivato. Finalmente, il governo ha dato una boccata d’aria al settore, anche se manca ancora una visione prospettica che possa far elaborare strategie di investimento agli operatori.
Ma anche nell’immediato, alcune delle novità introdotte non sembrano volte allo sviluppo del settore ma a favorire determinati soggetti e a garantire rendite di posizione. Sembra, infatti, che sia lecito avanzare dei dubbi sulla legittimità di alcune delle norme del regolamento.
In primo luogo, è stata modificata la nozione di “nuovo impianto”. Più precisamente, secondo il decreto non può usufruire degli incentivi per i nuovi impianti chi recupera vecchi mulini o comunque impianti vetusti, ma anche solo parti di esso come una traversa o un canale, essendo necessario che l’impianto venga realizzato ove non sia più presente da almeno cinque anni un altro impianto o parte di esso.
La disposizione incentiva l’uso di una nuova parte di territorio, in contrasto con il principio di ragionevolezza e con le disposizioni volte alla tutela dell’ambiente contenute nel d.lgs. 42/2004.
Si sono poi esclusi i piccoli impianti idroelettrici dall’accesso diretto agli incentivi. Anche tale scelta non è assolutamente comprensibile, in quanto si è introdotta una complicazione del sistema che non sembra andare nel senso indicato a suo tempo dall’Unione Europea e anche dal legislatore nazionale. Gli operatori con impianti anche già terminati si sono visti deteriorare improvvisamente le proprie aspettative senza alcun ragionevole motivo. [...]
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