Non sottovalutiamo gli effetti della Brexit

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Il voto pro-Brexit avrà profonde conseguenze di lungo periodo per i mercati e per la geopolitica dell’energia, sia domestica sia pan-continentale, ben oltre l’uscita e l’impatto di un singolo mid-size country quale è la Gran Bretagna. Almeno durante i prossimi anni di negoziazione, l’effetto incertezza dovrebbe provocare maggiore volatilità sulle valute, sui prezzi oil&gas e sui mercati finanziari.


E ancora, minori investimenti sia nei settori energetici capital-intensive (eccessivo rischio dell’alto investimento nel breve senza certezze di stabilità e di break-even nel medio-lungo) sia fuel-intensive: la volatilità, infatti, abbassa le aspettative degli investitori e incide negativamente sulla necessaria linearità della politica.
Dal punto di vista domestico, si ridurrà la capacità della Gran Bretagna di essere un attrattore di investimenti, con la conseguenza di danneggiare l’urgente necessità del Paese di costruire una nuova e moderna generazione elettrica. Basti guardare al sindacato dei lavoratori della francese EDF che, subito dopo il voto britannico, ha ufficialmente chiesto che il progetto della centrale nucleare di Hinkley Point C venga rinviato.

Si tratta di un progetto già più volte posticipato per i costi elevati, circa 18 miliardi di sterline, il cui investimento è stato di misura riapprovato dal board di EDF e che la fase di prezzi bassi dei combustibili fossili, le difficoltà finanziarie della stessa EDF e il futuro energetico della Gran Bretagna, rendono un po’ meno sostenibile.

A mettere benzina sul fuoco ci ha pensato il recente rapporto del National Audit Office (NAO) - la nostra Corte dei Conti – secondo il quale la centrale nucleare potrebbe costare ai consumatori circa 30 miliardi di sterline in pagamenti complementari (top-up payments) per i 35 anni di contratto (6,1 miliardi di sterline in più rispetto a quanto contrattualizzato nel 2013), a causa della caduta dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica che hanno reso poco competitivi i sussidi UK al nucleare... per altro contestati da molti player comunitari in quanto poco in armonia con i principi di concorrenza UE.[...]

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