INFO@COMUNI - E-mobility: la rivoluzione verde non può più aspettare











27 giugno 2016 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | La recente decisione del Comune di Cremona di installare sei colonnine di ricarica per veicoli elettrici riporta l’attenzione su un settore che nel nostro Paese stenta ancora a decollare. Eppure, in base agli ultimi studi, anche in Italia sarà possibile raggiungere la range parity (il pareggio dei costi tra motori tradizionali ed elettrici) entro il 2022.


La notizia è di alcuni giorni or sono. Il Comune di Cremona, nell’ambito delle iniziative di incentivazione della mobilità sostenibile, ha approvato l’installazione di sei colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Cinque saranno di tipo normale e una dedicata alla ricarica veloce. Si tratta di una iniziativa meritevole in quanto, ad oggi, la e-mobility stenta ancora a decollare nel nostro Paese, in attesa delle infrastrutture. Sembra valere più che mai il classico dilemma dell’uovo e della gallina. Ovvero: è lo sviluppo delle infrastrutture che può fare da traino alla diffusione dei veicoli o, invece, è la flotta di mezzi che può stimolare una presenza sempre più capillare delle colonnine? In attesa di una risposta certa, l’Italia è per ora rimasta alla finestra. Tra gennaio e marzo 2016 sono state immatricolate solo 407 vetture elettriche; meno dell’1 per mille del mercato generale!
Numeri che contrastano con il fermento che c’è in giro per il mondo. In base alle ultime rilevazioni della IEA (l’Agenzia Internazionale per l’Energia) lo scorso anno sono state vendute 550 mila auto elettriche con un progresso del 70 per cento rispetto al 2014. Inoltre, a fine 2015 nel mondo erano attive quasi 200 mila colonnine; di queste poco meno di 28.000 abilitate alla cosiddetta carica veloce, che rappresenta la seconda e più evoluta generazione dei charger.
Anche noi dobbiamo quindi darci al più presto una scossa. A maggior ragione se si considera che, in base agli ultimi studi, anche nel nostro Paese sarà possibile raggiungere la range parity entro il 2022. Di cosa si tratta? Del pareggio in termini di costi tra un classico motore endotermico (alimentato a gasolio o a benzina) e uno elettrico.
La discesa dei prezzi che si è avuta in questi anni è stata in effetti sorprendente. Secondo il Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti (DOE) si è passati da 1 000 dollari/kWh nel 2008 a 268 dollari/kWh nel 2015 (meno 73 per cento). Le stime per il 2022 posizionano l’asticella tra I 100 e I 125 dollari. A questo punto non si potrà più dire che “sì, l’elettrico piace e fa bene all’ambiente, ma costa ancora troppo...”.


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