I cicli combinati restano una garanzia per il sistema |
di Giuseppe Brancato | amministratore delegato Axpo Servizi Produzione Italia
Passati ormai sedici anni dalla liberalizzazione del sistema elettrico italiano, e in particolare della generazione elettrica, possiamo fare alcune considerazioni e trarne qualche valutazione.
Nel 2000, anno di avvio del processo, il modello adottato era stato quello del mercato inglese, che aveva a quel tempo circa 10 anni di vita e sembrava essere un riferimento di discreto successo.
Congiuntamente al disegno del mercato si stimolò un programma d’incremento della capacità produttiva per poter soddisfare una domanda già strutturalmente eccedente l’offerta e considerata in stabile crescita.
Questo sviluppo passò attraverso la realizzazione di centrali turbogas per lo più progettate allo scopo di fornire il carico di base al sistema. La tecnologia del ciclo combinato garantiva inoltre un sensibile miglioramento qualitativo della generazione in considerazione dell’elevata efficienza termica e del basso impatto ambientale degli impianti.
Tuttavia, già pochi anni dopo, le indicazioni del mercato evidenziarono la necessità per i cicli combinati di passare a regimi operativi maggiormente flessibili, con l’obiettivo di seguire l’andamento del prezzo sia dell’energia elettrica, sia del gas, allora strettamente correlato al petrolio.[...]
©nuovaenergia
L’ARTICOLO COMPLETO È DISPONIBILE PER GLI ABBONATI.
CHIEDI LA COPIA SAGGIO DELL’ARTICOLO IN FORMATO PDF A RIVISTA_at_NUOVA-ENERGIA.COM
|