INFO@COMUNI - Lombardia esempio virtuoso nella gestione dei rifiuti











29 aprile 2016 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Secondo gli ultimi dati Arpa-Ispra la raccolta differenziata ha raggiunto la soglia del 57 per cento, 12 punti in più rispetto alla media nazionale. Anche per ciò che riguarda lo smaltimento, la dotazione di impianti della Regione risulta del tutto adeguata.


Lombardia do it better! Nella gestione - non facile - del ciclo dei rifiuti la nostra Regione si conferma come un esempio virtuoso nel quadro nazionale. Un merito che va diviso e condiviso tra cittadini, utility e Comuni.
I motivi di vanto sono almeno tre. Primo: la percentuale di raccolta differenziata che raggiunge - secondo le ultime elaborazioni statistiche delle rilevazioni di Arpa e Ispra - il 57 per cento, rispetto alla media italiana del 45 per cento. Dodici punti di vantaggio sono un bel risultato.
Secondo: rispetto alla produzione media nazionale di 488 chilogrammi di rifiuti, i lombardi sono più parsimoniosi e si fermano a 465 chili. Fatto ancora più significativo, e non scontato in una realtà come quella italiana, la Regione Lombardia è del tutto autosufficiente per quanto concerne lo smaltimento dei rifiuti prodotti sul proprio territorio. La dotazione infrastrutturale - impianti di recupero, riciclaggio o compostaggio, termovalorizzatori, discariche - è ottimizzata per rispondere al meglio alle esigenze dei suoi cittadini.
Terzo motivo di vanto: i cittadini lombardi effettuano una raccolta differenziata al top non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi. La quota di materiale effettivamente avviato a recupero è del 56 per cento, contro la media nazionale del 25. Un dato davvero lusinghiero.
Più in generale, buone notizie giungono anche dall’Europa e in particolare dalle rilevazioni statistiche di Eurostat. La produzione di rifiuti dei cittadini comunitari risulta in calo (dai 527 chilogrammi procapite del 2002 ai 475 attuali) e, nel contempo, aumenta la quantità di pattumiera avviata a riciclo o compostaggio (dal 17 per cento del 1995 al 44 per cento attuale). L’Italia, con una produzione - come detto - di 488 chilogrammi per abitante è appena al di sopra della media UE; merita comunque un plauso la drastica riduzione rispetto al picco del 2004 (540 chili per cittadino).


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