Certificati Bianchi, un meccanismo da potenziare

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di Monica Tommasi| presidente Amici della Terra


Nel 2020 in Italia il risultato in termini di risparmio energetico conseguito dai Certificati Bianchi dovrà essere sette volte superiore a quello raggiunto nel 2014, ovvero pari a 4,3 Mtep annui di minori consumi finali di energia. Dunque, le nuove linee guida per il funzionamento di questo meccanismo non potranno limitarsi ad una semplice revisione delle procedure, ma dovranno favorire un deciso potenziamento di quello che si è ormai affermato come lo strumento principale per l’efficienza energetica.


È lo stesso Governo, infatti, che ha giustamente scelto di utilizzare prioritariamente il meccanismo dei Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica, TEE) per conseguire l’obiettivo 2020 di risparmio energetico finale in base a quanto previsto dall’articolo 7 della Direttiva 27/UE/2012. L’impegno, che per la prima volta è stato reso vincolante, è sancito in Italia dal Piano d’azione nazionale per l’efficienza energetica (PAEE 2014); questo prevede che il 62 per cento dell’obiettivo venga conseguito proprio tramite i Certificati Bianchi.
In base ai dati provvisori forniti dal ministero per lo Sviluppo economico alla UE nel 2014, ai fini dell’obiettivo ex art. 7 della Direttiva, sarebbero stati conseguiti circa 0,76 Mtep annui di “taglio dei consumi” di cui il 78 per cento derivanti da Certificati Bianchi, il 22 per cento dalle detrazioni fiscali e il valore residuale, molto limitato, dal Conto Termico. Si tratta di risultati che richiedono un deciso incremento per conseguire gli impegni presi. Le nuove linee guida dovranno tenerne conto; ma è anche indispensabile che, contestualmente ad esse, vengano definiti gli obiettivi di risparmio energetico a carico dei soggetti obbligati, per gli anni successivi al 2017 fino al 2020, in modo da offrire uno scenario di stabilità complessiva, insieme alle nuove regole, per tutti gli operatori coinvolti.[...]


©nuovaenergia

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