Le nuove strade del gas naturale passano per il Canale di Suez
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di Vittorio D’Ermo





Il mese di agosto è stato caratterizzato da due avvenimenti capaci di migliorare ulteriormente le prospettive di sviluppo del gas naturale nell’area del Mediterraneo ed espandere il ruolo dell’Italia in questo settore.



A questo proposito, nel precedente numero di Nuova Energia erano state avanzate alcune preoccupazioni sullo spostamento ad ovest del baricentro dei flussi di gas verso l’Europa attraverso il potenziamento dei gasdotti in partenza dall’Algeria con nuove linee dirette verso la Spagna e la Francia.
La scoperta da parte dell’Eni di un grande giacimento di gas nell’offshore egiziano, ed è questo il primo elemento di novità del mese, ha portato ad un vero e proprio capovolgimento della situazione sia dal punto di vista geopolitico sia dal punto di vista della diversificazione e quindi della riduzione della dipendenza dall’Algeria, che è già uno dei primi partner gassiferi dell’Unione europea.



Il giacimento, denominato Zohr, con un potenziale di 850 miliardi di metri cubi, che potrebbe essere suscettibile di ulteriori ampliamenti, non è un fatto isolato ma fa parte di un vero e proprio “sistema” di giacimenti localizzati nella parte Est del Mediterraneo scoperti negli ultimi anni. Le potenzialità di questo “sistema” sono molto rilevanti soprattutto nella prospettiva dell’utilizzo innovativo del gas naturale, ovvero quella del suo impiego diretto in forma liquefatta. In tal senso, il gas scoperto nell’Est del Mediterraneo può costituire la base per la creazione di una capacità produttiva ingente e flessibile e non soggetta alla rigidità dei gasdotti. Il passaggio alla nuova tecnologia implica, infatti, la possibilità di raggiungere una pluralità di utenti localizzati in più di un Paese con diversi cicli economici e stagionali. [...].

©nuovaenergia

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