30 settembre 2015 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Lo scorso anno trattato l’equivalente di 66 miliardi di pezzi da un litro e mezzo, circa il 57 per cento del totale commercializzato, con una crescita del 6,8 rispetto al 2014. Alquanto disomogenee le performance dei diversi Stati rispetto alla media.


Merita un premio chi riesce a pronunciarlo tutto d’un fiato e senza commettere errori di pronuncia: polietilentereftalato. Se si perde la sfida… basta ripiegare su polietilene tereftalato, tanto è la stessa cosa. Un oggetto misterioso? Eppure basterebbe una sigla (quella che si usa in chimica per indicarne la formula) per capire che si tratta un oggetto che appartiene alla quotidianità. Chiamiamolo PET, svelando che le tre lettere indicano comunemente il materiale che fa da contenitore all’acqua minerale e ad altre bibite. Ebbene, nel 2014 gli europei hanno raccolto e riciclato l’equivalente di 66 miliardi di bottiglie PET da un litro e mezzo ciascuna, circa il 57 per cento delle bottiglie e dei contenitori piazzati sul mercato.
Cifre da capogiro annunciate dall’associazione Petcore Europe, che rappresenta l’intera filiera del prodotto. Un altro dato: l’anno scorso l’Europa ha visto una crescita della raccolta, salita del 6,8 per cento rispetto al precedente, mentre la crescita stessa di domanda di PET è cresciuta del 4,8. Da notare che le nostre bottiglie sono totalmente riciclabili, il che dovrebbe sensibilizzare i consumatori a tenere comportamenti davvero ecocompatibili.
Come sempre, si può fare di più. Le performance attuali vedono la media europea della raccolta attestarsi, come detto, sul 57 per cento con alcuni Stati che registrano performance migliori ed altri, invece, molto meno. I margini di miglioramento, quindi, sono ampi e magari può essere d’aiuto conoscere che con 20 bottiglie di plastica si ottiene una coperta in pile e con 15 una felpa. Chi mai direbbe che dissetandoci ci si può riscaldare…?