di G.B. Zorzoli
Installare una linea elettrica, un gasdotto, una centrale elettrica a combustibili fossili, un terminale GNL comporta tempi lunghi, sia realizzativi sia per il ritorno degli investimenti. Nessuno prenderebbe una decisione del genere, se non fosse convinto di poter utilizzare il nuovo impianto per qualche decina d’anni. Trattandosi di investimenti capital intensive, va minimizzato il rischio imprenditoriale. È pertanto buona norma prevedere, per quanto possibile, come si modificherà il panorama energetico, basandosi sulle evoluzioni in corso o di presumibile prossimo avvio, e sulle innovazioni, non solo tecnologiche, che presentino buone probabilità di successo.
D’altronde, proprio nell’incapacità di guardare in avanti già Dante vedeva una terribile punizione per gli esseri umani. Nel XX Canto dell’Inferno descrive infatti i dannati con il collo e il viso girati dalla parte posteriore del corpo, costretti quindi a retrocedere, pur credendo di avanzare.
Il cambiamento climatico
Là dove su scala mondiale si prendono le decisioni più rilevanti, la discussione su come rendere compatibili le misure per contrastare il cambiamento climatico con altri interessi è ormai prevalente rispetto a quella sull’esistenza o meno del fenomeno. Si va dalle proposte radicali di Papa Francesco che, al contrario di quanto qualcuno ha avventatamente scritto, non sono affatto “uno zibaldone di idee”, alle recenti prese di posizione dei capi di Stato o di governo del G7, alle intese fra i governi americano e cinese, alle indicazioni dell’OCSE, della FAO, dell’IEA, agli impegni assunti, con una lettera all’ONU, da 43 amministratori delegati di grandi imprese internazionali, i quali non usano mezzi termini.
Chiedono al prossimo summit ambientale di Parigi di introdurre politiche climatiche che, per essere efficaci - cioè in grado di mantenere entro 2 °C la crescita della temperatura globale - devono includere “explicit or implicit prices on carbon”. [...]
©nuovaenergia
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