Mezzi pubblici: e se il biglietto fosse gratis?

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di Davide Canevari


FAVOREVOLI E CONTRARI AD UNA “IDEA” PER MITIGARE
L’EVASIONE TARIFFARIA E FAVORIRE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE



Succede in Norvegia. Circa 500 utenti della metropolitana di Stoccolma hanno trovato un sistema ingegnoso ma nel contempo truffaldino per evitare di pagare il biglietto. Il gruppo, autonominatosi Planka.nu (traducibile a spanne con Schiva il biglietto!) si è formato in seguito all’applicazione di una sanzione pari all’equivalente di 110 euro per chi viene beccato senza tagliando di viaggio.
L’idea geniale è stata quella di costituire una cassa comune e di versarvi un importo pari a 11 euro al mese, cifra ben inferiore rispetto ai 32 dell’abbonamento mensile. Dopo accurate valutazioni statistico-matematiche, l’ammontare è stato ritenuto più che sufficiente per coprire le eventuali multe comminate ai membri del gruppo che dovessero essere scoperti a viaggiare a ufo.
Laconico il commento di un portavoce dell’azienda dei trasporti di Stoccolma: “Potremmo pure costruire il muro di Berlino nelle stazioni della metro, la gente riuscirebbe comunque a trovare un modo di non pagare il biglietto”.

           
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A costo zero,
ma solo all’apparenza

Non ne ho la più pallida idea! Interpellati da Transportation Research, la maggior parte degli utenti stranieri di un mezzo pubblico
ha così risposto alla seguente domanda: “È a conoscenza dei costi reali che sta affrontando
il sistema che lei utilizza e dei sussidi che permettono allo stesso di funzionare?”.
Ma c’è di più. Lo studio, realizzato nel 2014, assicura che una volta informati, molti degli utenti del mezzo pubblico hanno dichiarato
di essere disposti a pagare di più il biglietto. Altro che gratis! Obiettivamente riteniamo improbabile che anche in Italia ci possa essere un simile slancio di generosità, soprattutto se alle parole dovessero poi seguire concretamente i fatti. Però il messaggio sottointeso è comunque interessante. Prima di puntare sui trasporti gratis, varrebbe forse la pena evidenziare in modo chiaro e trasparente il costo che oggi il sistema sostiene, e comunicarlo in maniera precisa e diretta al cittadino. Giusto per apprezzare di più l’eventuale omaggio di una corsa a costo (all’apparenza) zero...
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Il problema dell’evasione tariffaria a bordo dei mezzi pubblici, dunque, non è vissuto solo in Italia con una certa apprensione da parte delle aziende di trasporto, anche se all’estero il fenomeno pare avere dimensioni meno patologiche di quanto succede nel nostro Paese.
Per altro il partito del totally free public transport non riguarda solo fenomeni di costume, viaggiatori a sbafo o gruppi di opinione e di protesta di solito tendenti al rosso vivo. Da anni - soprattutto all’estero - si è aperto un dibattito che coinvolge direttamente le stesse aziende di trasporto e le amministrazioni locali. L’opzione dei biglietti a costo zero per tutti è motivata in questo caso dall’obiettivo primario di spostare (massicciamente) utenti dall’auto privata a bus, tram e metropolitane. Per una mobilità più sostenibile, questo e altro!



Il costo economico del mancato pagamento da parte dell’utenza sarebbe in questo modo ripagato dai ritorni in termini sociali: minore pressione ambientale (riduzione dell’inquinamento, della congestione, degli incidenti) e utilizzo più razionale del mezzo e delle infrastrutture viarie. E proprio qui sta il nodo della questione. A prescindere da un discorso - tutt’atro che marginale – di risorse (chi ci mette i soldi per coprire l’ammanco delle aziende di tpl), sarebbe davvero una scelta vincente? [...]

©nuovaenergia

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