Cambiamo verso, prima che il Paese sprofondi (senza ritorno)
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di Roberto Napoli
Politecnico di Torino, dipartimento Energia



Le previsioni meteorologiche sui temporali estivi preannunciano l’arrivo di una perturbazione Buona Università sul sistema universitario italiano. Ogni tanto una rinfrescata può fare bene. Qualche tuono anticipatore lo ha già preannunciato il nostro Premier, ricordando che sono ormai più di vent’anni che si dice che la nostra Università fa schifo. Ormai l’eleganza dell’eloquio non è certo una caratteristica dei talk-show e non bisogna formalizzarsi. Ciò è comunque bastato a sollevare nel corpo accademico una reazione di orgoglio sindacale, pungolata dalla triste constatazione che i docenti universitari sono rimasti gli unici a vedersi bloccati gli stipendi ormai da anni.
Contro questo blocco i docenti avevano già fatto ricorso, giungendo sino alla Corte Costituzionale, che con una delle sue ormai solite sentenze pressoché incomprensibili aveva argomentato che i sacrifici erano giustificati dalla situazione economica del Paese e che quindi un blocco temporaneo doveva essere accettato. Il fatto che questo blocco si applichi solo ai docenti universitari, con evidente discriminazione rispetto a tutti gli altri dipendenti pubblici (nessuno escluso), non ha sollevato nella Corte particolari perplessità.


È rimasto nella sentenza il requisito della temporaneità come elemento giustificativo. Certo la temporaneità è un concetto molto relativo, tanto che il blocco, in vigore da anni, continua imperterrito ad essere prorogato. Ben venga comunque la Buona Università, che certamente non può prescindere da una rivalutazione della dignità (anche economica) dei docenti.
Qualche spiraglio positivo ogni tanto fa capolino. Quest’anno gli Atenei conosceranno l’entità del finanziamento ordinario per l’anno 2015 entro la fine di giugno. Quindi i piani per il 2015 potranno essere completati prima dell’inizio del 2016. C’è da ridere, ma è un cambiamento enorme rispetto alla prassi usuale.
Ciò che invece continua a non cambiare è la restrizione delle risorse, precisate adesso in 6.293 milioni di euro, con una riduzione dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente. Dal 2009 ad oggi i finanziamenti sono scesi di 800 milioni di euro. Nel 2016 si prevede un’ulteriore riduzione di circa 200 milioni.
È l’applicazione della teoria della dieta contro il sovrappeso, per cui in sei anni la docenza si è ristretta del 21 per cento e il personale tecnico-amministrativo del 15 per cento. Di solito le diete deprimono l’animo, ma almeno dopo un po’ rinfrancano il corpo. Il corpo universitario, che (ricordiamolo) è principalmente costituito dagli studenti. La dieta ha avuto effetto sulla popolazione studentesca, che continua a diminuire velocemente.[...]

©nuovaenergia

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