Cambiamenti climatici in evidenza

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di Michele Brunetti | Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna


Il 30 settembre 2013 è uscito il Quinto rapporto di valutazione (5th Assessment Report, AR5) del Working Group (WG I) dell’IPCC (Intergovernamental Panel for Climate Change). Questo è solo l’ultimo atto, in ordine di tempo, dell’impegno della comunità internazionale sul fronte dei cambiamenti climatici, iniziato vari decenni or sono.
Nel 1979, a Ginevra, si tiene infatti la Prima Conferenza Mondiale sul Clima: i governi di tutto il mondo vengono invitati a “evitare potenziali cambiamenti climatici originati dall’uomo che potrebbero avere ripercussioni negative sul benessere dell’umanità”. Lo stesso anno viene decisa l’adozione di un Programma Mondiale di Ricerca sul Clima (WCRP) che sarà sostenuto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dal Consiglio Internazionale delle Società Scientifiche (ICSU).



Ma l’anno della svolta può essere individuato nel 1988: il 23 giugno presso il Senato degli Stati Uniti si svolge una serie di audizioni dedicate al cambiamento climatico e viene chiamato a testimoniare James Hansen, stimato climatologo del Goddard Institute for Space Studies. Nell’occasione, Hansen afferma di essere certo che le temperature insolitamente elevate degli Anni ‘80 siano un segnale chiaro di un cambiamento in atto, cambiamento che continuerà anche nel futuro a seguito dell’aumento della concentrazione di gas a effetto serra causata dalle attività umane. La notizia conquista le prime pagine dei giornali e segna un punto di svolta, quanto meno nell’opinione pubblica.
In quello stesso anno viene istituito, dall’OMM e dall’UNEP, l’IPCC con la missione di “valutare le informazioni scientifiche, tecniche e socioeconomiche rilevanti la comprensione del rischio dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo”. [...]

©nuovaenergia

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